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Apple music pagherà i diritti, anche nel periodo di prova

Taylor Swift alla cerimonia dei Country music award di Arlington in Texas, il 19 aprile 2015.

La Apple pagherà i diritti per la riproduzione della musica anche durante i tre mesi di prova del suo servizio streaming Apple music, che sarà lanciato in più di cento paesi il 30 giugno prossimo. Lo ha confermato l’azienda, dopo le proteste di artisti ed etichette discografiche che chiedevano il riconoscimento dei diritti d’autore.

È stata la cantante country pop Taylor Swift a dare una voce e un volto a queste critiche. In un post pubblicato sul suo blog dal titolo “To Apple, Love Taylor”, Swift aveva chiesto all’azienda statunitense di abbandonare la sua decisione di non retribuire gli artisti per lo streaming delle loro canzoni nel periodo di prova. Immediata la risposta di Eddy Cue, vicepresidente dei servizi internet e software della Apple, che su Twitter ha assicurato: “Apple music pagherà per lo streaming, anche durante il periodo di prova”.

Cue ha chiarito che, nei primi tre mesi di erogazione gratuita del servizio, la compagnia pagherà gli artisti sulla base del flusso di dati, ma non ha voluto specificare quanto. Dopo il periodo di prova, negli Stati Uniti i titolari dei diritti d’autore otterranno il 71,5 per cento degli abbonamenti a Apple music. Una percentuale che sarà diversa in altre parti del mondo, ma che dovrebbe oscillare, in media, attorno al 73 per cento.

Apple music permetterà di ascoltare musica in streaming a un prezzo di 9,99 dollari al mese, o di 14,99 dollari se a fare la sottoscrizione sarà una famiglia composta fino a un massimo di sei persone. I primi tre mesi di streaming saranno gratuiti, per consentire alle persone di provare il servizio prima di abbonarsi.

Inizialmente, Swift aveva annunciato che non avrebbe reso disponibile su Apple Music il suo nuovo album “1989”, criticando la scelta della compagnia di Cupertino: “tre mesi senza essere pagati è un periodo lungo, ed è ingiusto chiedere a chiunque di lavorare in cambio di nulla”. Dopo la dichiarazione di Cue, la cantante ha espresso soddisfazione su Twitter.

Non è comunque la prima volta che Swift attacca i servizi che offrono musica gratis. In un suo editoriale sul Wall Street Journal, pubblicato nel giugno 2014, paragonava lo streaming alla pirateria nel causare la perdita di valore della musica. Per queste ragioni aveva già fatto rimuovere tutti i suoi album da Spotify, tra i più importanti servizi di streaming e principale avversario di Apple music.

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