×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Alexis Tsipras si dimetterà se dovesse vincere il sì al referendum

Il parlamento greco ha convocato un referendum sul piano di salvataggio proposto dai creditori internazionali per domenica 5 luglio. Entro la mezzanotte del 30 giugno Atene avrebbe dovuto ripagare il prestito da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale

Altri 33 aggiornamenti

Mentre si apre l’Eurogruppo, Atene decide se indire un referendum

Alexis Tsipras (in basso a destra) e i ministri del governo greco assistono al dibattito parlamentare sulla convocazione di un referendum sul piano di salvataggio. Atene, 27 giugno 2015.

Il parlamento greco sta dibattendo se avallare la proposta del primo ministro Alexis Tsipras e del governo di indire un referendum il 5 luglio per fare decidere ai cittadini se accettare o meno le proposte avanzate dai creditori, essenzialmente tagli alle pensioni e aumenti dell’iva in cambio di aiuti finanziari fino a novembre. Ieri a Bruxelles, Tsipras ha chiarito che il piano offerto da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale è un “ricatto” e andrebbe rifiutato. Una volta tornato ad Atene e riunito il consiglio dei suoi ministri, è arrivata la mossa a sorpresa: l’esecutivo vuole che a dire l’ultima parola siano i cittadini, che lo hanno eletto appena sei mesi fa. Deve essere però il parlamento a convocare la consultazione di domenica prossima. Il partito di sinistra Syriza, di cui Tsipras è espressione, è a favore, ma l’opposizione si è dichiarata contraria. La discussione potrebbe essere lunga e certamente sarà complessa.

I greci intanto fanno file ai bancomat per ritirare i propri risparmi. I corrispondenti di vari quotidiani internazionali lo interpretano come un segno di preoccupazione. L’incertezza è legata all’atteggiamento dei creditori: martedì scade la rata da 1,6 miliardi che Atene deve al Fondo monetario internazionale.

La crisi del debito greco si consuma ad Atene, ma anche a Bruxelles. Il ministro dell’economia greco Yanis Varoufakis è arrivato all’Eurogruppo, che si riunisce per l’ennesima volta in una settimana. L’ordine del giorno del vertice tra i titolari dell’economia dei 19 paesi con la moneta comune risentirà per forza della mossa imprevista del governo greco.

Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato entrando alla riunione: “Sono sorpreso negativamente dalla decisione del governo greco. Oggi è un giorno triste per la Grecia”.

pubblicità