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Mosca processa per terrorismo un regista ucraino 

Il regista ucraino Oleg Sentsov all’apertura del processo, a Rostov sul Don, in Russia, in cui è accusato di terrorismo, il 21 luglio 2015.

È cominciato il 21 luglio in Russia il processo contro un regista ucraino accusato di atti di terrorismo commessi in Crimea prima dell’annessione della penisola alla Russia, nel marzo del 2014. Nonostante le proteste internazionali Oleg Sentsov, 39 anni, rischia fino a vent’anni di carcere.

Alcuni famosi registi europei, tra cui Pedro Almodóvar, Ken Loach, Béla Tarr e Wim Wenders, hanno scritto una lettera aperta al presidente Vladimir Putin contestando l’arbitrarietà della detenzione di Sentsov. Kiev lo considera un prigioniero politico.

Il regista ucraino, che militava nel movimento AutoMaidan (pro Kiev), è stato arrestato nel maggio 2014 a Simferopoli, la capitale della Crimea, durante una manifestazione contro l’annessione a Mosca. Sentsov e Alexander Kolchenko – un attivista di 24 anni è imputato insieme a Sentsov – sono stati accusati di atti di sabotaggio a danno delle truppe filorusse.

Ieri, in apertura del processo nel tribunale militare di Rostov sul Don, il pubblico ministero ha sostenuto che Sentsov ha creato un gruppo terrorista su ordine del partito ultranazionalista ucraino. Secondo l’accusa, è il responsabile degli incendi appiccati a due uffici della comunità russa nella settimana del referendum che ha decretato l’annessione della penisola alla Russia.

Sia Sentsov sia Kolchenko si dichiarano innocenti. “Ripeto che considero questo caso una montatura politica”, ha dichiarato Sentsov in tribunale.

Gli Stati Uniti, l’Unione europea e l’Ucraina hanno condannato Mosca per la detenzione di Sentsov e perché gli è stato vietato incontrare il console ucraino. L’avvocato Dmitrij Dinze, che difende il regista, sostiene che sia stato picchiato per ottenere una confessione e che le torture siano continuate durante i 14 mesi di prigione che hanno preceduto l’udienza.

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