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Ankara bombarda i curdi per il terzo giorno consecutivo

La base militare di Incirlik, vicino al confine con la Siria, che Ankara farà usare alla coalizione anti Stato islamico guidata dagli Stati Uniti, il 24 luglio del 2015.

L’artiglieria turca ha bombardato per il terzo giorno consecutivo le postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel nord dell’Iraq. Questa mattina un’autobomba ha ucciso due soldati turchi e ne ha feriti quattro. L’attentato, ancora non rivendicato, è stato condotto contro un convoglio militare nella città di Lice, nel sud est del paese, nella provincia prevalentemente curda di Diyarbakir.

Il Pkk considera i raid turchi un’aggressione del governo di Recep Tayyip Erdoğan e i suoi portavoce hanno fatto sapere che considerano rotte le condizioni della tregua che vigeva da marzo 2013, seppure in un quadro di tensione continua. Le incursioni di oggi sono state compiute dalla città di Dingle, nella punta sud orientale della Turchia, sono proseguite per alcune ore e hanno colpito obiettivi situati alla frontiera con l’Iraq.

Il Pkk considera i raid un’aggressione del governo turco e i suoi portavoce hanno fatto sapere che considerano rotte le condizioni della tregua che vigeva da marzo 2013, seppure in un quadro di tensione continua.

Un’operazione di polizia condotta il 24 luglio ha portato all’arresto di 600 persone in tutto il paese tra attivisti curdi e sospetti jihadisti. Infatti, il governo conservatore di Ankara ha avviato l’offensiva contro il Pkk parallelamente a quella contro lo Stato islamico in Siria. La prima è partita dopo che sul confine con la Siria mercoledì è stato ucciso un soldato turco. La seconda è la risposta di Anakara all’attentato attribuito ai jihadisti, ma non ufficialmente rivendicato, che il 20 luglio ha ucciso 32 giovani curdi che si preparavano per una missione di volontariato a Kobane, la città siriana a maggioranza siriana che fino a gennaio era in mano dei miliziani dello Stato islamico. Dopo l’attentato suicida di Suruç, la Turchia ha accordato a Washington il permesso di utilizzare la base di Incirlik, a poca distanza dalla roccaforte jihadista di Raqqa, in Siria.

La serie di attacchi aerei che Ankara sta compiendo sugli accampamenti curdi al di là del confine, hanno provocato qualche reazione internazionale. Mentre Washington considera che la Turchia ha diritto di difendersi, Berlino ha sollecitato Erdoğan a rispettare la proporzionalità delle forze nella sua campagna con il Pkk.

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