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Due terzi dei paesi dell’Unione europea vieteranno le coltivazioni di ogm

L’Italia e altri diciotto paesi dell’Unione europea, tra cui Francia e Germania hanno notificato alla Commissione europea una richiesta per il divieto di coltivazione, sul proprio territorio nazionale, degli ogm autorizzati a livello europeo. La richiesta è stata fatta in base alla nuova direttiva europea 2015/412 dell’11 marzo scorso, che consente agli stati membri la possibilità di limitare o vietare la coltivazione degli organismi geneticamente modificati.

La richiesta doveva essere avanzata entro il 3 ottobre per quanto riguarda quattro varietà di mais ogm – Monsanto MON810, Pioneer TC1507, e Syngenta GA21 e Bt11. Nove paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia e Ungheria) avevano vietato la coltivazione del mais geneticamente modificato MON810 già prima dell’approvazione della nuova direttiva, ricorrendo alle cosiddette clausole di salvaguardia.

Per i paesi che decidessero di aggiungersi alla lista le procedure saranno più complicate: bisognerà indicare una serie di motivazioni per il divieto di coltivazione, che la Commissione europea dovrà verificare e che l’organizzazione mondiale del commercio (Wto) potrebbe contestare.

Finora solo un tipo di mais ogm si coltiva nell’Unione europea: si tratta di una specie resistente a un tipo di insetto particolarmente diffuso in Spagna, dove la coltura è stata adottata. Il 26 ottobre il parlamento europeo voterà sulla proposta della Commissione per introdurre una clausola di esclusione (opt-out) anche per l’importazione di mangime ogm, attualmente utilizzato in molti paesi dell’Unione, anche tra quelli che si sono opposti alla coltivazione di piante transgeniche.

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