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Una corte belga ordina a Facebook di smettere di conservare i dati degli utenti non iscritti

Dado Ruvic, Reuters/Contrasto

Una corte belga il 9 novembre ha ordinato a Facebook di smettere di archiviare attraverso i cookie i dati di navigazione degli utenti che non sono iscritti al suo social network. L’azienda di Mark Zuckerberg ha 48 ore di tempo per rispettare la sentenza, altrimenti dovrà pagare fino a 250mila euro al giorno di multa alla commissione belga sulla privacy.

I cookie vengono installati quando un utente visita una pagina Facebook, anche se non è iscritto, e restano sul dispositivo per due anni. Così l’azienda di Zuckerberg può vedere se gli utenti visitano di nuovo le sue pagine o altri siti web che contengono link al social network.

Secondo la corte belga, i dati di navigazione degli utenti vanno considerati come informazioni personali e per questo non possono essere archiviati senza il loro consenso.

Facebook ha annunciato che farà ricorso, perché questo processo è necessario per motivi di sicurezza e per proteggere gli utenti dallo spam, dai virus e dagli attacchi hacker.

Questa non è l’unica sentenza emessa recentemente in Europa a favore della privacy dei cittadini. Il 6 ottobre la corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato non valido il Safe harbor, il trattato commerciale che permette alle aziende tecnologiche statunitensi di conservare i dati degli utenti europei negli Stati Uniti. Secondo i giudici questo trattato violerebbe la privacy dei cittadini dell’Unione.

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