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La crisi umanitaria in Grecia e il piano dell’Europa

Migranti e profughi bloccati alla frontiera tra Grecia e Macedonia, vicino a Idomeni, in Grecia, il 2 marzo del 2016. (Marko Djurica, Reuters/Contrasto)

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha denunciato il rischio di una crisi umanitaria in Grecia, provocata dagli stessi stati europei che hanno deciso in maniera unilaterale di reintrodurre i controlli alle frontiere. Secondo l’Unhcr, le politiche irresponsabili dei paesi lungo la rotta balcanica stanno provocando inutili sofferenze ai migranti e stanno violando il diritto internazionale ed europeo.

Il numero di migranti e profughi che in Grecia hanno bisogno di trovare un alloggio sono 24mila. Solo a Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, 8.500 persone si trovano in una situazione di difficoltà. Circa 1.500 persone hanno passato la notte all’aperto. Il sovraffollamento ha provocato scarsità di cibo e di acqua. I blocchi alle frontiere hanno favorito gli affari dei trafficanti di esseri umani.

Con l’arrivo dell’inverno, sono diminuiti i migranti e i profughi sbarcati sulle isole greche dalla Turchia, decisi a intraprendere la rotta balcanica verso l’Europa del nord, tuttavia a gennaio e a febbraio del 2016 hanno attraversato il Mediterraneo 131.724 persone, 122.637 di loro sono arrivate in Grecia, durante la traversata sono morte 410 persone nel 2016. Secondo l’agenza Frontex, nel 2016 gli sbarchi in Grecia sono aumentati di 30 volte rispetto allo stesso periodo del 2015.

Anche se a settembre del 2015 glistati membri dell’Unione europea si erano accordati su un piano di ricollocamento di 66.400 richiedenti asilo arrivati in Grecia, al momento sono 325 profughi sono stati spostati in altri paesi dell’Unione.

Il piano d’emergenza della Commissione europea

La Commissione europea è pronta a stanziare 300 milioni di euro di aiuti umanitari per i paesi che si trovano lungo la rotta balcanica e devono accogliere migranti e profughi nel 2016. Nei prossimi tre anni 700 milioni di euro saranno destinati al finanziamento di programmi di assistenza.

I fondi saranno gestiti direttamente dal governo greco, dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni non governative impegnate sul campo. Si tratta di fondi che precedentemente erano destinati agli aiuti umanitari all’esterno dell’Unione europea e che saranno convogliati verso i paesi europei coinvolti nella crisi.

Atene aveva chiesto 500 milioni di euro per gestire l’emergenza. ” Noi non pretendiamo nulla più della solidarietà, che è un principio fondamentale dell’Unione Europea. Esigiamo che sia condivisa dagli stati la gestione di una crisi che è superiore alle nostre forze”, afferma il premier greco Alexis Tsipras intervistato dal Corriere della Sera.

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