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Il piano del governo italiano per l’immigrazione

Un migrante arrivato dalla Libia vicino alla spiaggia di Pachino, in Sicilia, l’11 novembre 2016. (Salvatore Cavalli, Ap/Ansa)

Il ministro dell’interno italiano Marco Minniti presenterà il 18 gennaio davanti alla commissione affari costituzionali della camera il piano del governo sull’immigrazione. Il giorno successivo lo illustrerà alla conferenza stato regioni. L’estensione della rete dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e la riforma del sistema d’asilo sono i cardini del programma del governo guidato da Paolo Gentiloni, secondo le indiscrezioni emerse sulla stampa italiana negli ultimi giorni.

Un Cie in ogni regione
Com’era stato già annunciato la rete dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) sarà estesa: i Cie attivi passeranno da quattro a venti, su tutto il territorio nazionale. Dovrebbero essere escluse Valle d’Aosta e Molise. I centri si chiameranno Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), potranno essere detenute in un regime di detenzione amministrativa al massimo cento persone in attesa di essere rimpatriate. Infine per rispondere a chi denuncia le violazioni dei diritti umani nei centri, verrà nominata un’autorità garante del rispetto dei diritti umani.

Abolizione del grado di appello per i richiedenti asilo
Già nel giugno del 2016 il ministro della giustizia Andrea Orlando aveva anticipato questa proposta di riforma della legge sull’asilo. Il ministro Orlando, durante un’audizione davanti al comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, aveva parlato di un disegno di legge delega al vaglio del dipartimento per gli affari giuridici e amministrativi (Dagl) della presidenza del consiglio. Il cuore della riforma è l’annullamento del grado d’appello per chi ha ricevuto un diniego dell’asilo in primo grado.

Lavoro obbligatorio per i richiedenti asilo
Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera e dal Messaggero, sarà obbligatorio per i richiedenti asilo lavorare dal secondo mese dalla presentazione della domanda di asilo. Il loro impiego è pensato soprattutto nei lavori socialmente utili e potrebbe essere un requisito obbligatorio per l’ottenimento della protezione. Si faranno convenzioni con le aziende per gli stage.

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