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Il muro inutile tra Haiti e la Repubblica Dominicana

Dajabón, Repubblica Dominicana, 20 febbraio 2022. Haitiani attraversano il confine, al varco di controllo che divide i due paesi. (Erika Santelices, Afp)

Il presidente della Repubblica Dominicana Luis Abinader sostiene che la costruzione di una barriera di 164 chilometri lungo il confine con Haiti fermerà l’immigrazione irregolare e il contrabbando. Le stesse giustificazioni erano già state usate in passato per il muro tra Stati Uniti e Messico. Secondo Abinader – che ha parlato di una “barriera intelligente” dotata di radar, droni, sensori di movimento e telecamere – i lavori per la costruzione del muro alto quasi quattro metri e lungo metà del confine terrestre del paese sono già cominciati. Il progetto prevede anche settanta torrette e 41 punti d’accesso per il pattugliamento.

Abinader ha annunciato l’inizio dei lavori a febbraio con un tweet in cui ha usato l’hashtag #FronteraSegura (confine sicuro). Secondo il presidente, la barriera permetterà di regolare i flussi migratori, ostacolando le organizzazioni criminali che si arricchiscono con il traffico di esseri umani. Inoltre il muro servirà anche a contrastare il contrabbando di droga e armi, e a proteggere gli agricoltori che vivono nella regione di confine.

I primi 54 chilometri di barriera dovrebbero essere completati entro nove mesi, a un costo stimato in 1,7 miliardi di pesos dominicani (28 milioni di euro).

Stato al collasso
Il muro, annunciato per la prima volta a marzo del 2021, rientra nella promessa di Abinader di rafforzare le misure per il controllo dell’immigrazione, dopo la serie di crisi che ha devastato la vicina Haiti. L’anno scorso Haiti è stata scossa dall’omicidio del suo presidente e poi da un terremoto. Le bande criminali, già molto potenti, hanno approfittato del collasso dello stato per assumere il controllo di parti del paese, bloccando gli aiuti e i servizi di base. I regolamenti di conti tra bande e i rapimenti sono aumentati esponenzialmente.

Da tempo gli haitiani attraversano il confine con la Repubblica Dominicana per cercare lavoro e fuggire dal caos. Tra il 2017 e il 2021 le autorità dominicane hanno espulso quasi 250mila haitiani.

Allo stesso modo dell’ex presidente statunitense Donald Trump, Abinader presenta il muro come una soluzione per contrastare l’immigrazione irregolare e il contrabbando di droga. In realtà fermare questi traffici è molto più complicato, come hanno potuto verificare gli Stati Uniti.

Anche se alcuni haitiani entrano effettivamente nella Repubblica Dominicana illegalmente, la maggior parte passa dai quattro varchi ufficiali con l’aiuto di reti criminali locali. Al valico di Dajabón (nord), dove si registra gran parte del flusso di migranti, i trafficanti corrompono gli agenti per superare i controlli. Secondo Jesula Blanc, coordinatrice della Plateforme genre du nord’est, una rete di organizzazioni della società civile che lavorano nei due paesi, i migranti sanno bene “dove ci sono dei militari da pagare”.

Daniel Pou, politologo dominicano ed esperto di sicurezza, ritiene poco credibile la promessa del governo, “perché non è il muro a esercitare il controllo. I controlli li fa il personale”.

Probabilmente il muro non sarà un deterrente neanche per il traffico di cocaina, che ha rappresentato il 75 per cento della droga sequestrata nella Repubblica Dominicana nel 2021. Raramente questa sostanza è intercettata al confine. Secondo i dati del governo, nei primi sette mesi del 2021 alla frontiera sono stati confiscati quindici chili di cocaina. Nello stesso periodo in tutto il paese ne sono state sequestrate dodici tonnellate.

Gran parte della cocaina arriva dal mare e viene scaricata sulle spiagge deserte nelle province meridionali come Pedernales e Barahona. Da lì viene trasferita in container diretti in Europa, o trasportata a Puerto Rico su piccole imbarcazioni. Il confine terrestre non ha un ruolo significativo nel narcotraffico sull’isola.

Molte parole, pochi fatti
Impedire l’ingresso irregolare dei migranti e la lotta al narcotraffico erano due dei principali motivi per cui Trump aveva promesso di costruire un muro al confine con il Messico. Passare dalle parole ai fatti è stato più complesso del previsto. L’amministrazione Trump ha completato 727 chilometri di barriera nel sudovest del paese, in parte sostituendo barriere preesistenti. Il muro, del resto, è stato superato illegalmente più di tremila volte, come rivela una recente inchiesta del Washington Post basata su documenti ottenuti grazie al Freedom of information act.

I dati sugli arresti per immigrazione irregolare al confine sud degli Stati Uniti indicano che il muro non ha avuto un effetto deterrente.

“Trump ha costruito 450 miglia di muro, ma l’anno dopo il suo successore Joe Biden ha ereditato il secondo numero più alto di migranti arrestati mai registrato in un anno. Attraversare il confine è ancora facile”, spiega Adam Isacson, direttore del Defense oversight program dell’ong Washington office on Latin America (Wola).

I dirigenti statunitensi hanno ammesso che la barriera non è efficace nemmeno contro il traffico di droga, perché gran parte degli stupefacenti arriva dal Messico attraverso i varchi ufficiali. Secondo il Drug threat assessment del 2020, di solito la droga è trasportata in compartimenti nascosti a bordo delle auto o nei camion.

Pou è convinto che il muro della Repubblica Dominicana potrebbe essere ancora più inutile. “Il muro tra Stati Uniti e Messico è sorvegliato da personale ben addestrato, che ha una grande disponibilità finanziaria e tecnologie avanzate. Ma lo stesso non è bastato per risolvere i problemi al confine”, spiega.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è uscito sul sito InsightCrime. Internazionale ha una newsletter che racconta cosa succede in America Latina. Ci si iscrive qui.

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