×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

È un buon momento per chi produce video originali e di qualità

Una scena di Mr. student body president.

Kathleen Grace ha avuto un 2015 niente male. A giugno la sua casa di produzione New Form Digital ha caricato su YouTube la puntata pilota di Single by 30, uno show su due teenager che si fanno una promessa di matrimonio nel caso si trovassero a trent’anni senza legami.

Quando a fine ottobre YouTube ha annunciato il suo servizio a pagamento, YouTube Red, Single by 30 era sulla lista delle dieci serie e film originali in esclusiva.

Un mese prima Verizon si era assicurata la distribuzione di altre sei produzioni della New Form Digital per la sua app video Go90, tra cui #DoOver – su una ragazza costretta a rivivere la disastrosa festa del suo venticinquesimo compleanno – e Mr. student body president, il cui protagonista adolescente è un misto tra Ferris Bueller di Su e giù per il college e Frank Underwood e di House of cards. Nell’ultimo anno Grace ha venduto diciotto produzioni a dieci piattaforme digitali.

Gli autori hanno a disposizione qualcosa che prima non c’era: un mercato di distributori

Le cose sono cambiate molto da quando Grace ha aperto la casa di produzione nella primavera del 2014. “A quei tempi questo mercato non esisteva”, ha detto. Poi alcune società come YouTube e Verizon hanno cominciato a investire nella distribuzione di video digitale, cercando di offrire serie e film che non si trovano altrove. Molte di queste società preferiscono far pagare per il servizio piuttosto che affidarsi alla pubblicità.

Gli autori di video, in particolare quelli specializzati in contenuti per app, stanno usufruendo di qualcosa che prima non c’era: un mercato di distributori.

La puntata pilota di Mr. student body president


Chiamatelo effetto Netflix. La spinta del colosso dello streaming verso contenuti originali ha costretto i rivali a fare lo stesso. Netflix trasmette una ventina di serie originali, tra cui commedie, documentari e cartoni, e ne ha programmate altre trenta per il prossimo anno. Transparent è la serie di Amazon, mentre quest’anno Hulu ha prodotto sette serie da mezz’ora e ha commissionato anche una miniserie tratta dal romanzo 11/22/63 di Stephen King.

“L’esclusività ha funzionato per Netflix”, racconta Peter Csathy di Manatt Digital Media. “Altri stanno cercando di ottenere gli stessi risultati con format più o meno brevi”.

I video di Snapchat, realizzati in collaborazione BuzzFeed e Comedy Central, sono un buon esempio del format breve. Sono pensati per il telefono, dove le persone saltano da un video all’altro.

I video di Refinery29 si rivolgono a un pubblico femminile, mentre Vimeo aspira ai festival indipendenti. Spotify sta sviluppando contenuti che possono essere riprodotti in modo “ambientale”, e quindi ascoltati anche con il telefono in tasca.

La punta pilota di Single by 30


Tra le aziende, Verizon sembra investire più di tutti: entro la fine dell’anno avrà cinquantadue serie originali e ha contratti di programmazione con circa cento società.

Non tutti quelli che vogliono avere una propria piattaforma video online, però, possono permetterselo: Microsoft, Samsung, e Yahoo! hanno da poco chiuso la loro. Grace, che ha lavorato a YouTube per tre anni prima di fondare New Form Digital, dice di avercela fatta perché non sempre il talento della Silicon valley nella tecnologia coincide con la capacità di creare dei buoni programmi. Molte aziende fanno fatica a fare entrambe le cose, perché “non sempre i pezzi combaciano”.

(Traduzione di Eugenio Pizzorno)

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Bloomberg Businessweek. Clicca qui per vedere l’originale.

pubblicità