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Dentro la biblioteca più antica del mondo, a Fez

Il cortile dell’università di al-Qarawiyyin a Fez, in Marocco, il 14 aprile 2016. (Samia Errazouki, Ap/Ansa)

Istituita per volontà di una giovane donna di religione islamica, Fatima al Fihri, l’università di al Qarawiyyin a Fez, in Marocco, aprì i battenti nell’859 ed è la più antica del mondo.

Negli ultimi tre anni, la sua biblioteca è stata restaurata da un’altra donna, l’architetta canadese di origine marocchina Aziza Chaouni, ed entro la fine del 2016 un’ala dello stabile sarà aperta e accessibile al pubblico. La biblioteca ospita una collezione di quattromila libri rari e antichi manoscritti in arabo dei più celebri intellettuali della regione.

Tra i testi più preziosi della biblioteca, oltre a manuali di grammatica e di astronomia, ci sono una copia del Corano risalente al nono secolo e un volume di giurisprudenza islamica del filosofo Averroè. Il complesso universitario sorse come moschea per volontà di al Fihri, che ereditò una fortuna dal padre mercante quando la famiglia lasciò la città tunisina di Qayrawan.

Una sala lettura della biblioteca dell’università di al Qarawiyyin a Fez, in Marocco, il 14 aprile 2016.

Nel documentario The golden age of islam (L’epoca d’oro dell’islam), trasmesso da France 5, al Fihri è descritta come una giovane donna affascinata dal sapere e curiosa del mondo. Seguì personalmente i lavori di costruzione della moschea e frequentò fino a tarda età le lezioni dei celebri professori che arrivavano da lontano per insegnare alla scuola della moschea.

L’università di al Qarawiyyin è ancora adesso un’istituzione prestigiosa in tutto il mondo arabo. Oggi si è trasferita in una nuova sede più moderna, ma sia la moschea sia la biblioteca sono rimaste nell’edificio antico.

Una biblioteca moderna
L’architetta Chaouni, originaria di Fez, non aveva mai sentito parlare della biblioteca prima del 2012, quando il ministero della cultura la contattò per affidarle i lavori di restauro. Da anni l’edificio era rovinato a causa del clima e dell’umidità. “Nel tempo, la biblioteca è stata ristrutturata varie volte, ma c’erano ancora gravi carenze strutturali, tra cui la totale mancanza di isolamento termico e numerosi difetti come scarichi ostruiti, rivestimenti danneggiati, travi di legno incrinate, cavi elettrici scoperti e così via”, racconta Chaouni.

Grazie al restauro, l’edificio adesso è dotato di pannelli solari, un nuovo impianto idraulico, sistemi di sicurezza digitali per le sale con volumi preziosi e aria condizionata per controllare l’umidità e preservare i libri custoditi.

In passato la biblioteca era aperta solo a studiosi e ricercatori, ora invece ci sarà un’area accessibile al pubblico, oltre a una sala espositiva e un piccolo café.

(Traduzione di Nicoletta Poo)

Questo articolo è uscito su Quartz.

This article was originally published in Quartz. Click here to view the original. © 2016. All rights reserved. Distributed by Tribune Content Agency.

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