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Incursioni controllate

Come posso tenere mio figlio undicenne lontano dai social network ancora per un po’? –Lia

Il mio telefono non smette mai di vibrare e ricevo una quantità di notifiche degna della stazione centrale di Milano. Qualche settimana fa però me n’è arrivata una che mi ha terrorizzato: mia figlia aveva cominciato a seguirmi su Spotify. Ok, l’account gliel’avevo aperto io, eppure non ero affatto pronto a vedere la mia piccola di quasi dieci anni aggirarsi da sola nello spazio digitale.

Per mesi lei e la sua gemella mi avevano tempestato di domande sui social: “Papà, a che età si può avere Instagram? E come funziona esattamente Twitter?”. Alla fine avevo ceduto alla pressione dei loro compagni di classe e avevo acconsentito a fargli usare Spotify per ascoltare la musica in streaming. E loro hanno cominciato a seguirmi! Mi sembrava di essermi appena posto il problema se accettare o no la richiesta di amicizia di mio padre su Facebook, dovevo già pormi il problema se accettare quella dei miei figli?

Poi però ho cominciato a osservare con divertita curiosità le loro scelte musicali che apparivano sulla mia bacheca: ho scoperto che una delle due ascolta una marea di gruppi rnb anni novanta – Tlc, En Vogue, Destiny’s Child – mentre l’altra è tutta proiettata sul pop anni ottanta, con un’evidente predilezione per gli Wham!. Che io sia pronto o no, stanno crescendo. Ed è giusto lasciargli fare qualche incursione controllata nel mondo delle interazioni digitali. Anche nella speranza che, quando arriverà il momento, accetteranno la mia richiesta di amicizia su Facebook.

Questa rubrica è stata pubblicata il 27 ottobre 2017 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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