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Storia umana della matematica

Chiara Valerio, Storia umana della matematica
Einaudi, 166 pagine, 18 euro

Secondo il quinto postulato di Euclide, due rette parallele potrebbero incontrarsi solo all’infinito. Il paradosso di quelle “convergenze parallele” piaceva ad Aldo Moro, forse perché l’infinito odorava di paradiso per uno come lui, uomo di fede. La scrittrice Chiara Valerio, invece, non è credente.

Nasce nell’anno in cui muore il democristiano del compromesso storico, cresce a Scauri, in provincia di Latina, con un padre fisico e comunista. Si è dottorata in matematica e scrive romanzi. Anche a lei è caro il quinto postulato con la sua aura di quarta dimensione. Le è cara la matematica tutta, le sono cari gli studiosi acclamati e dimenticati (Pierre-Simon Laplace, Mauro Picone, Norbert Wiener) che si sono dedicati a quella scienza. Le sono cari anche tanti artisti della parola e dell’immagine, da Marguerite Yourcenar a Virginia Woolf e Piero della Francesca.

Argomenti come il gioco d’azzardo, la probabilità, Dostoevskij, la balistica, la guerra, il gatto Witold, oppure la vita interrotta del fisico quantistico sovietico Lev Landau, sono alcuni dei fili che compongono questo libro brillante. Peccato non avere più scrittori (e scrittrici) in grado di coniugare vita, morte e amore con i princìpi della matematica. E commuovere.

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