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Uccisi i due presunti attentatori di Charlie Hebdo

La polizia ha fatto irruzione nell’edificio a Dammartin-en-Goële, a nord di Parigi, dove erano barricati i due ritenuti autori della strage di Charlie Hebdo. I due fratelli Kouachi sono stati uccisi. Liberato l’ostaggio

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Charlie Hebdo, il bersaglio ideale

L’attacco contro Charlie Hebdo che ha provocato dodici morti e almeno quattro feriti gravi questa mattina a Parigi non è solo il più grave attentato commesso in Francia negli ultimi trent’anni, ma il più grave commesso in Europa contro un giornale. È anche un regalo per l’estrema destra e gli ambienti antislamici.

Poco prima di mezzogiorno, almeno due uomini pesantemente armati hanno fatto irruzione nella sede del settimanale satirico e aperto il fuoco contro i giornalisti e i disegnatori, prima di uccidere due poliziotti intervenuti sul posto e di fuggire. Tra le vittime, il direttore della rivista, Stéphane Charbonnier detto Charb, e i disegnatori Wolinski, Tignous e Cabu, quattro tra i più celebri e apprezzati vignettisti francesi.

Il presidente François Hollande si è recato sul posto un’ora dopo l’attacco e ha denunciato “un’eccezionale barbarie” che “aveva per bersaglio la libertà di stampa”, parlando di “un attentato terroristico”. Il governo ha annunciato che il piano di vigilanza antiterrorismo Vigipirate è stato portato al livello massimo – “allerta attentati” – in tutta la regione di Parigi. Hollande ha anche detto che quaranta persone, di cui non ha rivelato i nomi, sono state poste sotto protezione rinforzata.

Non è la prima volta che il settimanale fondato nel 1969 e sempre molto critico nei confronti delle religioni – di tutte le religioni – è bersaglio di un attacco, in particolare da quando, l’8 febbraio 2006, ha ripubblicato, in nome della libertà di espressione e di satira, le controverse caricature di Maometto (riprodurre dio o il profeta è considerato blasfemo dall’islam) pubblicate originariamente dal quotidiano danese Jyllands-Posten e che avevano provocato una violenta polemica in Danimarca e in Europa. Nel novembre del 2011 aveva rilanciato il dibattito sulla libertà di espressione e di critica alla religione pubblicando un numero speciale, Sharia Hebdo, dove il profeta era rappresentato sulla copertina. Poco prima dell’uscita del numero un incendio doloso aveva distrutto la redazione, provocando un’ondata di solidarietà e di indignazione.

Da allora, Charlie Hebdo è stato regolarmente il bersaglio di minacce, ricorda Le Monde: “Il 22 settembre 2012 un uomo sospettato di aver lanciato un appello a decapitare il direttore della redazione su un sito jihadista è stato arrestato a La Rochelle”, nel sudovest della Francia.

Secondo alcuni testimoni, gli aggressori hanno gridato “Allah è grande” e “il profeta è stato vendicato”. E qui sta il regalo insperato per l’estrema destra e i settori ostili all’islam, a questo punto non solo in Francia, ma in tutta Europa. In Francia vive la più importante comunità musulmana d’Europa (circa 5,5 milioni di persone su 63 milioni di abitanti), la laicità della repubblica fa fatica a imporsi nei quartieri popolari, e il Front national di Marine Le Pen, che ha già il vento in poppa, avrà gioco facile a cavalcare l’onda di indignazione che si sta sollevando.

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