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Thom Yorke dal vivo a Parigi e altre quattro canzoni per il weekend

Thom Yorke, Atoms for peace
Il 3 dicembre il cantante dei Radiohead Thom Yorke è stato ospite del programma televisivo francese Le grand journal. Insieme a lui c’era Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers e suo compagno d’avventura nel progetto Atoms For Peace. I due hanno suonato proprio il brano Atoms for peace, pubblicato nel primo album solista di Yorke. Hanno approfittato dell’occasione per fare quattro chiacchiere con Naomi Klein, l’autrice di No logo. Yorke si esibirà a Parigi il 5 dicembre in occasione di Pathway to Paris, un concerto organizzato in contemporanea con il vertice sul clima. A proposito di Thom Yorke: il 2016 potrebbe finalmente essere l’anno giusto per ascoltare il nuovo disco dei Radiohead.

Animal Collective, FloriDada
La settimana scorsa gli Animal Collective hanno fatto ascoltare il loro album in streaming, diffondendolo dagli altoparlanti dell’aeroporto di Baltimora. Il disco, il successore di Centipede Hz, si intitola Painting with e uscirà a febbraio. È stato in parte ispirato dalle avanguardie artistiche come il cubismo e il dadaismo. Il primo singolo estratto, FloriDada, è piuttosto giocoso e africaneggiante.


Fatima Yamaha, What’s a girl to do
Piccolo strappo alla regola della rubrica: questo brano non è uscito negli ultimi giorni. È stato pubblicato per la prima volta nel 2004 da Fatima Yamaha, uno degli pseudonimi usati dal dj e produttore olandese Bas Bron. Negli ultimi anni però ha riconquistato popolarità grazie a diversi dj, come lo scozzese Jackmaster, che l’hanno incluso nei loro set. Il successo postumo di What’s a girl to do, un pezzo dalla struttura tanto semplice quanto seduttiva, è stato alimentato anche da diverse web radio ed è diventato così grande da spingere la casa discografica olandese Dekmantel a ripubblicarlo. Il primo disco di Fatima Yamaha tra l’altro si può scaricare gratis a questo indirizzo.


Roy Orbison, You’ll never walk alone
Il 4 dicembre la Universal ha pubblicato un cofanetto che comprende One of the lonely ones, un album registrato dal cantautore statunitense nel 1969 e finora mai pubblicato. Nel disco c’è anche una versione di You’ll never walk alone, classico scritto negli anni quaranta da Richard Rodgers e Oscar Hammerstein, interpretato negli anni da tantissimi cantanti e diventato anche l’inno del Liverpool. Ma Roy è Roy. Come ha detto una volta Bruce Springsteen: “Roy era il più figo perdente che avessi mai visto. Con i suoi occhiali scuri al color di Coca Cola, la sua estensione vocale da tre ottave, sembrava divertirsi ad affondare il suo coltello nel ventre caldo delle vostre insicurezza adolescenziali”.

Marry Waterson e David A Jaycock, The honey and the seaweed
Il nuovo album di Marry Waterson, Two wolves, è un disco niente male, che a tratti quasi ricorda la bravura di sua madre Lal, storica cantautrice folk britannica. Marry Waterson ha scritto tutti i testi del disco, tranne quello di questo brano, basato proprio su una bozza scritta dalla madre.


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