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Il ritorno degli Underworld e le altre canzoni del weekend

Underworld, I exhale
In un’epoca devota alla retromania come la nostra, il revival degli anni novanta non è una novità. Non stupisce quindi che, soprattutto nel Regno Unito, il nuovo album degli Underworld sia stato accolto piuttosto bene. Se il nome Underworld non vi fa scattare subito qualcosa, riguardatevi la scena finale di Trainspotting. Il nuovo disco del duo britannico s’intitola Barbara Barbara, we face a shining future. È uscito oggi e conferma che il suono degli Underworld non è certo all’avanguardia, ma non è nemmeno invecchiato così male. I beat techno di Rick Smith e i flussi di coscienza che escono fuori dalla voce di Karl Hyde funzionano ancora, nonostante tutto.


M83, Solitude
Quattro anni fa il musicista francese Anthony Gonzalez, l’uomo che si nasconde dietro alla sigla M83, ha pubblicato un disco molto bello intitolato Hurry up, we’re dreaming. Molti se lo ricordano soprattutto per il singolo Midnight city. L’8 aprile uscirà il nuovo disco, Junk. Dopo aver pubblicato il primo singolo (la strana Do it, try it), Anthony Gonzalez ha messo online un altro estratto chiamato Solitude, una bella ballata orchestrale che non dispiacerebbe ai compatrioti Air.


Motta, Del tempo che passa la felicità
Francesco Motta è stato il cantante della band pisana Criminal Jokers e ha fatto il turnista, tra gli altri, per Nada e Il Pan Del Diavolo. La fine dei vent’anni è il suo esordio solista ed è stato realizzato al fianco di nomi importanti della canzone italiana. Su tutti Riccardo Sinigallia, che l’ha prodotto e ha contribuito alla scrittura dei pezzi. La fine dei vent’anni è un album vario, realizzato con gusto, che spazia dal cantautorato al rock, dal folk alla new wave. È un disco intimista, dove non manca qualche incursione nell’attualità, come nell’ottima Roma stasera. Il pezzo che riassume meglio tutte le anime del disco è Del tempo che passa la felicità.

Chris Forsyth & The Solar Motel Band, High castle rock
Chris Forsyth è stato il chitarrista delle band Phantom Limb e Peeesseye e ha fondato l’etichetta discografica Evolving Ear. Dal 2013 guida il quartetto Solar Motel Band. Dopo essersi dedicato per anni a una musica più astratta e rumoristica, con questo recente progetto Forsyth si è buttato a capofitto nella psichedelia degli anni sessanta, trasformando i suoi brani in un costante omaggio ai Grateful Dead, alle chitarre dei Television e al rock di Neil Young. Musica passatista, ma molto ispirata e suonata con una passione che non si trova facilmente in giro.

Isaac Gracie, Last words
Isaac Gracie è un cantautore di 21 anni e vive a Londra. Non ha ancora pubblicato alcun disco. La scorsa estate ha messo online una canzone molto bella intitolata Last words, registrata con una ruvida chitarra acustica e poche sovraincisioni. Il brano ha riscosso un discreto successo, al punto che il dj britannico Zane Lowe ha cominciato a passarla durante il suo programma radiofonico alla Bbc. Chi ha visto Isaac Gracie in concerto ne parla molto bene.

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