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Tyler, the Creator torna alle origini

Tyler, the Creator in concerto a San Antonio, in Texas, nel 2018. (Rick Kern, WireImage/Getty Images)

Tyler, the Creator, Hot wind blows
Il rapper californiano Tyler, the Creator ama indossare maschere e vivere di contraddizioni. In Call me if you get lost, il suo sesto album, ha deciso di ribaltare ancora una volta il tavolo. Nel precedente Igor infatti si era quasi allontanato dall’hip hop, avvicinandosi sempre di più all’rnb e al neosoul. I pezzi nuovi invece sono rap puro, a tratti arrogante, come quello di Lemonhead. Sembra di essere tornati alle sue origini, quelle del collettivo Odd Future.

L’alter ego scelto dal rapper per questa occasione è Tyler Baudelaire, giramondo che si ispira al poeta francese Charles Baudelaire. Ma il tema che domina Call me if you get lost è la rivendicazione dei suoi successi: il concerto al Madison Square Garden, le copie vendute, le macchine, le bici. Come spesso gli capita, l’artista gioca con la sua sessualità, raccontando liberamente flirt e storie d’amore (Wilshire per esempio è lo splendido diario di una relazione con un’amica, nonché fidanzata di un suo amico, che contiene anche riferimenti alla presunta bisessualità di Tyler).

Call me if you get lost è pieno di beat oscuri, prodotti dallo stesso rapper insieme a Dj Drama, che è spesso al suo fianco al microfono. Le sue seconde voci danno un ulteriore tocco old school al disco. Come sempre Tyler è un vulcano di idee, e ogni base delle canzoni nasconde piccole e grandi finezze, dai rintocchi di piano di Corso alla batteria di Lumberjack, fino al campionamento di un vecchio brano jazz nell’ipnotica Hot wind blows, dov’è ospite il rapper di New Orleans Lil Wayne. A Tyler, the Creator piace indossare ogni volta una maschera diversa. Ed è così bravo che la sua musica incarna ogni travestimento senza perdere un grammo di qualità.


Sault, Alcohol
Il nuovo album dei Sault – misterioso e militante collettivo britannico guidato dal produttore Inflo che ha pubblicato cinque dischi in due anni – è forse il meno brillante della loro carriera. Ma non è tutto da buttare, anzi. Per esempio Alcohol è un brano rnb ammaliante che riflette sui danni dell’alcolismo, mentre l’inno alla capitale britannica Are you from London? è arricchito dalla presenza della sempre brava Little Simz.

In generale nell’album ci sono meno prese di posizione alla Black lives matter e c’è una ricerca evidente dell’introspezione. Il disco, intitolato Nine, è appena uscito e si potrà ascoltare e acquistare solo per 99 giorni.


Le altre canzoni da non perdere questo weekend:

Low, Days like these
Casino Royale, Tra noi (dall’album Polaris)
Helado Negro, Gemini and Leo

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