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Saggezza

Francesco Carta, Getty Images

Il 26 aprile il New York Times ha annunciato che non userà più il termine “Op-Ed” per gli articoli dei commentatori esterni. D’ora in poi saranno indicati come “Guest essays”, testi scritti da ospiti. Il primo Op-Ed uscì il 21 settembre 1970 e in molti hanno sempre pensato che “Opposite to the editorial” stesse a indicare opinioni opposte a quelle del giornale.

Spesso è così, ma inizialmente era una definizione “geografica”, ha spiegato la sua responsabile, Kathleen Kingsbury: questi commenti comparivano nella pagina di fronte a quella degli editoriali dei giornalisti interni. Oggi che la gran parte delle persone legge il New York Times in digitale, è una definizione che ha meno senso. Però cambia solo il nome, non la sostanza: è uno spazio dove sono pubblicati punti di vista diversi.

Nel 2004 James Surowiecki scrisse La saggezza della folla, un saggio in cui spiegava che collettivamente un gruppo di persone può essere più intelligente dei singoli individui più intelligenti che compongono lo stesso gruppo. E i gruppi più saggi sono quelli composti da individui che hanno opinioni differenti.

La scoperta interessante, scrive Ian Leslie sull’Atlantic, è che ognuno di noi ha una “folla” interna con una sua saggezza. Una tecnica efficace, cercando la soluzione a un interrogativo, è dunque sforzarsi di essere in disaccordo con se stessi e considerare un punto di vista opposto al proprio per guardare così ai problemi da varie prospettive e riuscire ad affrontarli nel modo migliore. Per esempio si può pensare a una persona con cui spesso si è in disaccordo su argomenti simili e immaginare quale sarebbe la sua risposta.

Non c’è bisogno che la questione sia stata effettivamente discussa con questa persona: le ricerche dimostrano che il semplice atto d’immaginare la conversazione ci consente di sfruttare il potere della saggezza della folla, anche quando questa folla è immaginaria ed è dentro di noi. In pratica, sembrano suggerire gli studi di cui parla Leslie, ognuno dovrebbe avere una pagina interna dove ospitare opinioni diverse.

Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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