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Nel teatro del popolo

Lo scrittore britannico Graham Swift a Barcellona, Spagna, aprile 2017. (Toni Albir, Epa/Ansa)

Graham Swift
Grandi illusioni
Neri Pozza, 160 pagine,17,00 euro

Il titolo rimanda a Grandi speranze, ma l’originale è Here we are. “Ci risiamo” sembra dicano i protagonisti, Jack, Ronnie e Evie, un entertainer di music hall di fine anni cinquanta e sessanta, un mago e la sua assistente, giovane coppia nella vita. Più avanti, quando muore Ronnie (che da bambino era stato allontanato dalla madre a causa della guerra e allevato da un ricco mago e signora), sarà Jack a prenderne il posto nel cuore di Evie, e sarà il suo punto di vista a rievocare quello di una paziente donna di un tempo. Già nel Paese dell’acqua (1982), il gran romanzo che ce lo rivelò, poi nei lavori successivi, Swift operava “da storico”, tornando a un passato che non passa mai del tutto.

L’evocazione del teatro più diffuso e più semplice ci rinvia a romanzi e film inglesi degli anni trenta, a un mondo (più proletario che borghese) ormai scomparso. Godranno soprattutto della lettura di questo narratore fedele alla propria ispirazione, coloro che di quel mondo hanno memoria, non solo nel Regno Unito, ma anche attraverso il cinema, un mondo che è stato affettuosamente evocato e ironizzato anche dai “giovani arrabbiati”. Un romanzo non al gusto del giorno, un mondo evocato con conoscenza e con partecipazione. Coraggio, Swift, ci prepari come l’instancabile Ronnie altre “nuove illusioni”!

Questo articolo è uscito sul numero 1382 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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