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Smetto quando voglio diverte soprattutto il pubblico maschile


Smetto quando voglio 2. Masterclass
Di Sydney Sibilia
Con Edoardo Leo, Valerio Aprea. Italia, 2017, 118’

Nel primo minuto di questa commedia incentrata su una banda di desperados intellettuali viene nominato il giornale che state leggendo. A citarlo è Pietro Zinni (Edoardo Leo), un ex ricercatore universitario, in carcere perché la sua nuova carriera, insieme a una banda di altri brillanti emarginati accademici – confezione e spaccio di una droga sintetica molto efficace –, è finita male. Questo mix italiano tra Breaking bad e Ocean’s eleven, ambientato tra i reietti di un sistema universitario dominato dai baroni è al primo sequel: il secondo, Smetto quando voglio: reloaded, uscirà più in là.

Spinto da una poliziotta ambiziosa, Pietro rimette insieme la vecchia banda con l’aggiunta di qualche cervello in fuga che non contribuisce molto al successo dell’impresa, se non offrendo la possibilità di girare in qualche location esotica. Due ingredienti rendono Masterclass un sequel appetitoso. Il primo è la rabbia per gli sprechi di soldi e risorse in Italia, che cova sotto la sua comicità, a volte anche becera. Il secondo è la grazia con cui infila citazioni dal grande cinema d’azione. Roma nella sua decadenza è uno sfondo perfetto. Peccato che a divertirsi siano esclusivamente i maschi, mentre le donne sono tutte rappresentate come mignotte o rompipalle.

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