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Buonismo power

Milo Greene
Be good to me
Dopo mesi di compiaciuta disumanità, il ritorno al buono diventa un bisogno forte. E forse non è un caso che si ricomincino a sentire in giro certe power ballad avvolgenti come negli anni ottanta. Caso da manuale questo pezzo della band losangelina, che sta per pubblicare il bell’album Adult contemporary (il genere è questo, per i papà che ballano). La voce del cantante è dotata del giusto coefficiente di raucedine, le parole sono di universale vaghezza, ma accorate; la musica in lenta ascesa, e tutto torna. Come per un montaggio veloce alla Top gun.


Ryder Havdale
Good girls
Nella musica elettronica, o almeno lungo il versante un po’ clubby ma non troppo aggressivo, circola questo suono ricorrente di un basso gommosetto, quasi buffo, che ricorda tanto il muppet giallo Flat Eric in un video epocale di Mr. Oizo (Flat beat). È tra i suoni soft touch che vengono ripresi da questo Havdale, producer che passa il tempo tra l’Ontario e qualche cavernicolo club berlinese. Una schizofrenia ambient riflessa dall’album Candy haven, tra immersioni nel groove chimico e introspezioni a fumetti. Un tizio buono da frequentare.


Ghost
Dance macabre (Carpenter Brut remix)
Ritornare alle power ballad tipo Europe, le fascette tergisudore in fronte, i polpacci luccicanti: tutta la forza tamarra che può scaturire da un frontale tra una band heavy metal svedese dall’anima pop (i formidabili Ghost, capaci di trasformare It’s a sin dei Pet Shop Boys in una cavalcata metallara) e un ennesimo genialoide laboratorio francese di synthwave (che s’ispira a colonne sonore e videogiochi eighties per trarne musiche electro): e con quel nome, Carpenter Brut, stappa e vinci un disco-totentanz supercoattone.


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