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Eterno notturno

1. Murubutu, Tenebra è la notte (feat. Dia)
“La notte è una forma d’arte”. Una grande tela su cui writer, rapper, skater, poeti e ragionieri proiettano le trame del loro pensare. Questo insegnante di Reggio Emilia dedito al doposcuola rap ne trae un concept album di racconti di buio, in cui il suo vocione tenebroso incrocia altri flow (Willie Peyote, Caparezza, Mezzosangue) e beatmaker. Quando incontra voci femminili vola un po’ più in alto. Ninnenanne, citazioni, Francis Scott Fitzgerald, pensieri post-postmeridiani e antelucani, sogni e grilli per la testa.


2. Massimo Volume, L’ultima notte del mondo
Qualcosa con Bela Lugosi… Fare a meno del piano… Chopin esegue notturni… Apocalisse con due soli… Von Masoch e l’arsenico nel vino… Bah? Piste ciclabili da Palermo fino a Dublino… “È l’ultima notte del mondo. Da domani cominceremo tutti ad appassire”. Il nuotatore è il nuovo album della band bolognese. E come nel racconto di John Cheever, ogni pezzo è una vasca di sound che la voce narrante attraversa a bracciate, tra tensioni contemporanee e suggestioni cineletterarie: solita solfa o trip fascinoso fino al termine della notte?


3. Mulai, Night/morning
Discomusic da dormiveglia, perturbazione multistrato per il subconscio, future pop con chitarre acustiche sotto coltri di filtri e loop; questo pezzo, il singolo Tokyo, e l’album che li contiene entrambi, HD dreams, sembrano parte di un mixtape giapponese di rumori onirici per qualche buco di Akihabara, o colonne sonore per nuove stagioni di Black mirror. Ma nascono tra Brescia e Milano, dove Giovanni Bruni Zani, cresciuto con Aphex Twin, Warp records ed elettronica di Sheffield, sforna un esordio che vale un volo notturno intercontinentale.


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