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Amori animali

1. Sex Pizzul, Mosquito
Il fenomeno brasileiro che dribbla le difese ma non le pastoie del professionismo, trans­fer forzati, mercati dopati: rabbia e fuga dal fossato putrido in cui galleggia la palla. Meno effimeri di un calembour, i tre fiorentini (Irene Bavecchi, basso; Francesco D’Elia, synth; Simone Vassallo, batteria; alla voce, tutti) tornano in forma con l’album Anticalcio e la loro patchanka discopunk che mixa i Mano Negra, i Chemical Brothers e le sigle di Piero Umiliani. Per una domenica sportiva con squadra minore da ammirare, tipo l’Empoli degli anni buoni.


2. Mina Fossati, Farfalle
“Se ne scrivono di cose dalle stelle alle stalle signori giornalisti non rompeteci le farfalle”. Così, come un ambarabacciccicoccò o un ciccio bombo cannoniere (“poveracci poveretto son rimasto quel che ero però ho girato il mondo con la faccia da torero”), e pure con quel tocco di protervia gigiona, alla “io sono io e voi non siete un” puntini. Un pezzo forte dell’ultra annunciato album: par di vedere Ivano Fossati uscire dalla doccia sgocciolando nonchalance, con una chitarra e l’idea da far fischiettare a Mina mentre prepara il caffè.


3. Bonnie “Prince” Billy, Squid eye
Le virtù mimetiche del calamaro non sono in discussione; basta sapersi cacciare nell’abisso, basta vedere com’è profondo il mare. Basta saperla cercare, questa bellezza diversa. Il grande talento di Will Oldham, venuto dal Kentucky con il suo bagaglio di banjo e violini e cori gentili, dopo una residenza artistica alle Hawaii ritorna quasi come una versione alt-country di Sponge Bob. Sei anni dopo l’ultimo album, ecco I made a place, disco dolcissimo di melodie e spesso spiazzante nel suo ecosistema lirico d’amore, natura e apocalisse.


Questo articolo è uscito sul numero 1335 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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