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Zona d’ombra e gli altri film del weekend

Zona d’ombra. Una scomoda verità. (Dr)

Uomini e montoni hanno meno in comune di quello che possiamo pensare. Sicuramente l’essere umano non è fatto per scagliarsi a testa bassa contro ostacoli di varia natura, che siano muri, alberi, altri montoni, altri esseri umani. Partendo da questa semplice certezza, insieme a un certosino lavoro come patologo forense e neuropatologo, il dottor Bennet Omalu ha costruito la sua ricerca sulla encefalopatia cronica post-traumatica, più volgarmente detta la sindrome da demenza pugilistica. È storia vecchia, basta andarsi a vedere l’ultimo episodio dei Mostri di Dino Risi, La nobile arte, per capire che “i cazzotti fanno male”. Eppure è una di quelle cose su cui, per rimanere in tema, non siamo mai abbastanza contenti di sbatterci la testa.


Bennet Omalu, interpretato da un Will Smith molto convincente, è il protagonista di Zona d’ombra. Una scomoda verità, scritto e diretto da Peter Landesman, prodotto da Ridley Scott e interpretato anche da Gugu Mbatha-Raw, Eddie Marsan e David Morse. Morse interpreta una leggenda del football americano, Mike Webster, campione dei Pittsburgh Steelers, morto nel 2002 a soli cinquant’anni, solo, povero e completamente devastato dalla encefalopatia cronica post-traumatica. Partendo dall’autopsia di Webster, Omalu comincia la sua crociata. Quello che il film e la ricerca del dottor Omalu aggiungono a quello che sapevano già Artemio Antinori e Guarnacci è infatti che la sindrome da demenza pugilistica colpisce anche giocatori di football, di hockey su ghiaccio, arti marziali, calcio, rugby e tutti gli altri sport in cui si sbatte la testa ripetutamente da qualche parte.

Zona d’ombra non è male, a tratti è lento e noioso ma è ben fatto, ha un buon cast, Will e Gugu fanno una bella coppia e in più ha il pregio di farci riflettere sul fatto che la testa non andrebbe sbattuta mai da nessuna parte. Cosa ci spinge allora a darla ripetutamente contro i muri? Dietro a questa angosciante malattia c’è l’autolesionismo degli uomini, pronti a “farsi scuotere come un salvadanaio” pur di guadagnare fortuna e gloria su un campo da football o in qualunque altro luogo si mette a rischio la propria salute o quella degli altri con la falsa pretesa di essere immortali (o di diventarlo). Ma in Zona d’ombra c’è dell’altro. La Nfl, la ricchissima lega dei professionisti del football americano, si scaglia a testa bassa contro Omalu quando cerca di mettere in relazione la malattia con “lo sport più popolare in America”. Qui però il film ci abbandona un po’. Vengono fuori tutte le contraddizioni del caso “ancora aperto”, perché parliamo di storia recentissima. Probabilmente i professionisti del football ora sono costretti a firmare qualche liberatoria in più, Omalu è diventato un fiero cittadino americano e la Nfl continua a fare miliardi di dollari. Continuiamo così…


In The other side of the door la vacanza in India di una famigliola felice si trasforma in tragedia. In un incidente muore il figlio maschio, lasciando tutti nella disperazione. Soprattutto la madre, Maria, che non si rassegna e vuole a tutti i costi incontrare ancora un’ultima volta suo figlio. Si può fare. Maria potrà parlare con il figlio attraverso la porta di uno sperduto tempio che però non dev’essere aperta in nessun caso. È chiaro che Maria, come molti personaggi dei film horror, è sostanzialmente ignorante. Non conosce i miti greci né le favole di Perrault e non ha neanche visto (o letto) Cimitero viventeNon aprite quella porta. Se ti dicono di non pasticciare con l’oltretomba, tu che fai? Se ti dicono di non aprire quella porta, cosa succederà? Ogni tanto un horror ce lo meritiamo.


L’uscita italiana della settimana è Le confessioni di Roberto Andò, l’autore di Viva la libertà, film del 2013 molto amato da critica e pubblico. In Viva la libertà, Toni Servillo interpretava due gemelli, un importante politico e un professore di filosofia un po’ svitato. Qui c’è di nuovo Servillo, nella parte di un prete che si trova ospite a un vertice dei ministri dell’economia del G8, riuniti in Germania per decidere le sorti dei mercati mondiali. Che ci fa un monaco al G8? Il potere spirituale può ancora competere con quello secolare? Nel cast internazionale anche Pierfrancesco Favino, Daniel Auteuil, Connie Nielsen e Moritz Bleibtreu.


In uscita anche Truman, commedia ispano-argentina di Cesc Gay che ha fatto incetta di premi Goya, in cui due amici si ritrovano in un momento delicato della loro vita, il tutto sotto gli occhi vigili di un cane che si chiama Truman, e il poliziesco Codice 999 di John Hillcoat con Kate Winslet, che interpreta una spietata boss della mafia russo-israeliana. Nel cast di questo film violento e sgradevole (non per forza in senso completamente negativo) anche Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor e Aaron Paul.

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