×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Money monster e gli altri film del weekend

Una scena del film Money monster. (Dr)

Jodie Foster torna dietro la macchina da presa per cimentarsi con un grande classico: il film in cui un uomo della strada, esasperato e disperato, prende qualcuno in ostaggio. Da Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet a Sud di Gabriele Salvatores, passando per Spaghetti house con Nino Manfredi, di hostage situation ne abbiamo viste tante.

In quasi tutti questi film quasi sempre gli ostaggi solidarizzano con i loro sequestratori, quasi sempre all’esterno si svolge uno scontro di potere tra poliziotti che vogliono fare irruzione e poliziotti che invece vogliono negoziare (così nessuno si fa male), quasi sempre ci sono dei cecchini dal grilletto facile, quasi sempre il sequestratore fa una brutta fine e sempre più spesso i primi veri ostaggi della situation sono gli spettatori in sala. A sparigliare c’è riuscito qualche anno fa Spike Lee con Inside man. Come regista Jodie Foster non ha gli stessi numeri di Spike Lee e con Money monster. L’altra faccia del denaro gioca secondo le regole del genere.

Money monster


In Money monster (anzi mon$ter), George Clooney interpreta Lee, un anchor man che conduce una trasmissione di consigli finanziari con allegra cialtroneria e che deve molto del suo successo alla brava regista del programma, Patty (Julia Roberts). In un normale venerdì, a pochi giorni dal crollo in borsa della quotatissima società di investimenti Ibis, amministrata da Walt Camby (Dominic West), si introduce nello studio televisivo un ragazzo armato, Kyle (Jack O’Connell), che prende in ostaggio Lee in diretta tv. Kyle ha perso tutti i suoi risparmi nel crollo della Ibis.

Si fa fatica a prendere sul serio Money monster. Fa fatica anche Jodie Foster e infatti sono molti i momenti in cui la tensione già blanda è stemperata da elementi di commedia. E George Clooney e Julia Roberts sono ideali per questo. Ma a parte la gradevole sensazione di aver visto una bella “vaccata” (nel senso migliore del termine), alla fine del film non resta molto. Del resto la volatilità del denaro, specie se c’è di mezzo Wall street, e quella dei valori che ci impone la tv sembrano essere gli obiettivi principali nel mirino di Foster.

Un poliziotto ancora in prova


Anche di commedie poliziesche ne abbiamo viste tante. Volendo risalire alle origini della cop comedy forse non basta neanche citare Abbott & Costello. Probabilmente bisogna andare ancora indietro, all’epoca del muto. Ma ultimamente la commedia i cui protagonisti sono la classica coppia di sbirri è stata terreno per ulteriori sofisticazioni, in cui i suoi tratti principali sono stati incrociati con altri generi di commedia come la bromantic comedy (Starsky & Hutch) o le commedie adolescenziali e preadolescenziali (21 e 22 jump street). Diciamo quindi che Un poliziotto ancora in prova di Tim Story, con Kevin Hart, Ice Cube e Olivia Munn non aggiunge molto al catalogo.

Viaggio da paura


E i road movie? Ah, anche i road movie sono un grande classico. Di solito uno dei passaggi obbligati è il deserto del Nevada, una delle ultime tappe prima di arrivare sull’agognata west coast. La vera novità in Viaggio da paura è che il deserto non è quello del Nevada ma quello di Lawrence d’Arabia. Nel film di Ali F. Mustafa, tre amici si ritrovano per compiere il viaggio che non hanno mai fatto, da Abu Dabhi a Beirut, passando per Arabia Saudita, Giordania e Siria. Omar (Fadi Rifaai) è un personal trainer di origini siriane, Yousef (Fahad Albutairi) è un aspirante dj di origini saudite, Rami (Shadi Alfons) è un blogger attivista di origini egiziane. Per loro andare a Beirut significa provare a ritrovare la loro amicizia, perduta qualche anno prima quando per la capitale libanese era partito solo il loro amico Hadi che proprio durante quel viaggio è morto. Il regista (madre londinese, padre di Dubai, cresciuto negli Emirati Arabi e diplomato alla London film school) usa sapientemente gli scenari mediorientali proprio per richiamare quelli dei classici road movie statunitensi e se proprio per questo il film sembra poco originale senz’altro ci mostra alcuni aspetti e punti di vista della cultura e dei costumi arabi che mediamente ignoriamo.

Pericle il nero


Tra le tante altre uscite del weekend anche Pericle il nero – di Stefano Mordini, tratto dal libro omonimo di Giuseppe Ferrandino, unico film italiano a far parte della selezione ufficiale di Cannes (Un certain regard) e di cui ci parla il regista in una Anatomia di una scena appena pubblicata – e La sposa bambina, film scritto e diretto dalla yemenita Khadija Al Salami che ha mescolato elementi autobiografici a quelli raccontati nel libro di Nojoud Ali Io, Nojoud, dieci anni, divorziata.

pubblicità