Helmut Newton e le altre mostre del weekend
Irene Kung
Contrasto galleria, Milano
Fino al 29 luglio 2016
Ulivi, cactus, alberi di melograno e mele: affascinata dalle loro forme e dal loro significato simbolico, Irene Kung ha fotografato quaranta diversi tipi di alberi, piante secolari e non. Lo studio e l’uso della luce è una delle caratteristiche più importanti del lavoro della fotografa .”Tolgo ciò che non è essenziale per far vedere l’albero com’è, come lo sento. È intuizione, è irrazionale: il razionale ci può portare fuori strada, il sentimento no”, ha spiegato Kung.
Helmut Newton
Casa dei tre oci, Venezia
Fino al 7 agosto 2016
La mostra è dedicata a tre libri che Helmut Newton curò personalmente: White women, Sleepless nights e Big nudes. In White women, pubblicato nel 1976, introduce per la prima volta il nudo e l’erotismo nella fotografia di moda. Sleepless nights arriva nel 1978 e le protagoniste sono ancora le donne, ma l’approccio è più introspettivo: la moda è usata solo come pretesto per compiere un’opera molto più personale. Nel 1981 in Big nudes torna in studio per produrre delle stampe a grandezza naturale ispirate dai manifesti usati dalla polizia tedesca per ricercare i terroristi della Raf.
Steve McCurry
Citroniera delle scuderie Juvarriane, Torino
Fino al 24 settembre 2016
La mostra si apre con una sezione inedita di foto in bianco e nero scattate tra il 1979 e il 1980 durante il primo reportage di Steve McCurry in Afghanistan. E si conclude con alcune foto recenti, a colori, scattate nello stesso paese. Il percorso propone un lungo viaggio dall’India al Sudest asiatico, dall’Africa agli Stati Uniti, dal Brasile all’Italia. Oltre 250 foto di grande formato e un video in cui racconta del suo approccio alla fotografia.
Omar Imam
Aria art gallery, Firenze
Fino al 27 aprile 2016
Live, love, refugee di Omar Imam esplora la condizione psicologica dei rifugiati siriani in Libano, “che cercano di tirare avanti nonostante la guerra e la lontananza dalle loro case”, spiega il fotografo siriano. La visione di Imam ribalta la rappresentazione tipica dei rifugiati siriani, coinvolgendoli in un processo di catarsi che si basa sui loro sogni e sulle loro paure più profonde. Le immagini sono simboliche e surreali, e mostrano uomini e donne che hanno perso le loro radici e lottano ogni giorno per sopravvivere.
Gianni Croce
Spazio ex Enel di Piacenza
Fino al 29 maggio 2016
Innovatore del linguaggio fotografico e narratore del novecento piacentino, Croce è sempre stato interessato alle sperimentazioni italiane ed europee. Tra le sette sezioni in cui è suddivisa la mostra, l’architettura è il linguaggio con cui Croce mette alla prova questa sua peculiarità. Dagli edifici storici di Piacenza ai ritratti che raccontano storie e personaggi di provincia, poveri e aristocratici; e ancora la serie Sabato fascista sugli eventi che si svolgevano ogni sabato durante il ventennio, e Città invisibile, dove Croce si sofferma su scorci paesaggistici privi di esseri umani per concentrarsi sulle luci e le ombre.
Per segnalare una mostra di fotografia scrivere a: mostre@internazionale.it