×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Il parlamento iracheno diviso sulla corruzione

Il ministro della difesa Khaled Al Obaidi ad Anbar, in Iraq, il 9 marzo 2016. (Hadi Mizban, Ap/Ansa)

Con un ampio sorriso, la deputata irachena Hanan Fetlawi si alza in piedi e punta il dito verso il tabellone del parlamento per indicare la sua vittoria. Con 142 voti su 325, è riuscita a far approvare l’impeachment del ministro della difesa Khaled Al Obaidi.

“Alla fine quelli che hanno messo l’Iraq in questa terribile situazione l’hanno avuta vinta”, ha replicato Al Obaidi dal nord dell’Iraq, dove si trova per supervisionare l’offensiva contro il gruppo Stato islamico (Is) a Mosul. Nel suo messaggio all’esercito e al popolo iracheno, il ministro ha detto di aver cercato di combattere i corrotti, “ma sono più forti di me e le loro voci contano di più”.

Quello dei deputati è stato un contrattacco, perché poco prima Al Obaidi aveva accusato nove di loro, incluso il presidente del parlamento Salim al Jaburi, di aver cercato di corromperlo.

Il voto sull’impeachment ha spaccato il parlamento in base all’appartenenza settaria: il blocco dell’ex premier Nuri al Maliki contro quello dell’attuale capo del governo, Haider al Abadi. Allo stesso tempo, il risultato dimostra la forza dei corrotti in parlamento.

(Traduzione di Gabriele Crescente)

pubblicità