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I curdi vogliono tornare a Baghdad

Massoud Barzani incontra il leader sciita Muqtada al Sadr a Najaf, Iraq, il 23 novembre 2018. (Alaa al Marjani, Reuters/Contrasto)

Il 22 novembre, a più di un anno dal referendum con cui nel settembre scorso i curdi votarono per l’indipendenza, l’ex presidente della Regione autonoma del Kurdistan Massoud Barzani è tornato per la prima volta a visitare la capitale federale, Baghdad. Barzani, che si era dimesso in seguito ai disordini scatenati dall’esito del referendum, è arrivato a Baghdad in qualità di presidente del Partito democratico del Kurdistan, ma è stato accolto con gli onori riservati al presidente del governo regionale. Dopo aver incontrato il primo ministro Adel Abdul Mahdi, lo ha definito “un amico e un fratello”. Abdul Mahdi ha poi parlato dell’incontro descrivendolo come un nuovo inizio nelle relazioni tra il Kurdistan iracheno e il governo centrale.

Il 25 settembre 2017 il 93,25 per cento dei votanti nella regione curda si era espressa a favore dell’indipendenza, inaugurando una stagione di aspre tensioni tra Baghdad e il governo autonomo di Erbil. Da notare il tempismo della visita di Barzani, che arriva a Baghdad proprio mentre si acuisce la crisi tra i due principali blocchi politici sciiti. Dopo quasi dieci anni di ostilità con Baghdad, Barzani si trova oggi nella posizione unica di poter giocare un ruolo centrale e incidere sulla politica del governo centrale. La sua agenda è stata fitta di incontri con tutte le fazioni più importanti del paese. Due gli obiettivi principali del viaggio: sostenere Abdul Mahdi nel portare a termine la formazione del governo, e rafforzare il peso dei curdi nella politica irachena.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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