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La seconda ondata di nuovo coronavirus spaventa l’Iraq

Baghdad, il 24 maggio 2020. (Ahmad Al-Rubaye, Afp)

Nelle strade principali della capitale ci sono barriere di cemento e posti di blocco ovunque: Baghdad è sotto coprifuoco totale insieme ad altre città irachene dopo le drammatiche notizie di una seconda ondata di covid-19. Quattrocento nuovi contagi, la maggior parte dei quali nella sola capitale, portano il numero totale dei positivi a quasi 6.500, tra cui almeno cinque dottori. Il bilancio è di oltre duecento morti.

Gli accessi ai quartieri della parte orientale della città, compreso Al Sadr, sono bloccati da barriere di cemento. Nei prossimi giorni sono attese ulteriori misure precauzionali per chiudere altre strade. Alcuni parlamentari lo considerano un fallimento del nuovo primo ministro Mustafa al Kadhimi e del suo governo. Jawad al Musawi, membro dell’unità di crisi parlamentare, lo ha definito un “governo di Facebook, senza azioni reali sul campo”.

Altri deputati accusano il governo di nascondere le cifre reali: “Il bilancio è molto più alto”. Non si conoscono le proporzioni reali della catastrofe.

Il numero dei contagiati è aumentato drasticamente a causa delle festività dell’Aid al Fitr, la fine del mese sacro di Ramadan. Le persone hanno cominciato a farsi visita senza mascherine o guanti. Ma non è l’unico motivo. Negli affollati quartieri poveri la gente si comporta come se nulla fosse, i giovani si radunano nei caffè e per strada. La rappresentante delle Nazioni Unite in Iraq, Jeanine Hennis-Plasschaert, ha sottolineato la responsabilità del governo e della popolazione, e la necessità di collaborazione tra i due.

Al Kadhimi deve ancora affrontare una difficile prova: la seduta del parlamento che dovrà approvare le nomine ai ministeri vacanti. Ma c’è da aspettarsi che il primo ministro sarà sotto attacco da parte dei principali partiti per aver fallito nel limitare gli effetti della pandemia.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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