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I capodogli per comunicare usano dialetti diversi 

Capodogli nel mar dei Caraibi. (Reinhard Dirscherl, Corbis/Contrasto)

I clan di capodogli usano dialetti diversi, che verrebbero appresi dagli esemplari più giovani con un processo di tipo culturale. Secondo la ricerca, questo apprendimento permetterebbe l’instaurarsi di clan, dotati di coesione interna.

Mauricio Cantor e i suoi colleghi hanno analizzato il comportamento e i suoni emessi dai gruppi di cetacei nel Pacifico orientale, principalmente al largo delle Galapagos. Hanno studiato come i piccoli fino ai due anni di età imparano a emettere la caratteristica sequenza di “click” che permette a questi cetacei di comunicare in mare. Analizzando i suoni e costruendo un modello delle interazioni, si è scoperto che i piccoli apprendono con tutta probabilità imitando i suoni usati dagli adulti e ripetendo in particolare i suoni usati più spesso dagli altri membri del clan. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha provato a spiegare i dialetti anche con la genetica, ma il modello non dava buoni risultati rispetto al modello “sociale”.

I capodogli, che vivono per decine di anni, formano società complesse, organizzandosi in gruppi familiari e in clan più grandi. I gruppi rimangono stabili a lungo, e i membri vivono e si nutrono insieme. Ogni clan è caratterizzato da un dialetto diverso.

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