×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Brevettata una tecnica per ottenere spermatozoi in vitro. Ma funziona davvero?

William Andrew, Getty Images

È stata annunciata l’invenzione di un metodo per produrre spermatozoi umani in laboratorio, allo scopo di curare alcune forme di infertilità maschile. Philippe Durand e Marie-Hélène Perrard hanno recentemente presentato la pubblicazione del brevetto, chiesto a nome della start-up francese Kallistem e dei suoi partner, l’Università Claude-Bernard di Lione, il Cnrs, l’Inra e l’Ens di Lione.

I ricercatori sperano di poter aiutare i ragazzi che, sottoposti prima della pubertà a cure anticancro, per esempio a chemioterapie, in certi casi perdono la possibilità di avere figli. Il metodo potrebbe essere utile anche in altre forme di infertilità negli uomini.

Il metodo prevede di prelevare con una biopsia una piccola quantità di tessuto del testicolo contenente i tubuli seminiferi, dove avviene la maturazione degli spermatozoi a partire dalle cellule progenitrici. Finora nessuno è mai riuscito a far completare il processo di maturazione in vitro. I ricercatori affermano invece di averlo fatto svolgere completamente in provetta grazie a un incubatore, fatto di uno speciale gel di chitosano. Lasciando i tubuli seminiferi all’interno dei tubi di chitosano con l’aggiunta di sostanze nutritive le cellule progenitrici maturerebbero in spermatozoi.

La ricerca non è ancora stata presentata a una rivista scientifica né è stata esaminata da revisori indipendenti. Non è stato quindi possibile verificare se il metodo descritto nel brevetto funziona davvero, e se è possibile produrre gli spermatozoi in quantità sufficiente. Inoltre, non si sa se gli spermatozoi ottenuti sono normali, per esempio dal punto di vista genetico, e se sono capaci di fecondare una cellula uovo. Infine, non sono stati considerati gli eventuali aspetti etici. Se le ulteriori ricerche daranno esito positivo, si potrebbe procedere a una sperimentazione clinica e, in caso di successo, alla richiesta di autorizzazione sanitaria.

Secondo New Scientist, tra gli esperti del settore prevale la cautela, finché non saranno spiegati i dettagli del metodo su una pubblicazione scientifica.

pubblicità