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Il paese in cui gli uomini hanno perso tre anni di vita

Un soldato pattuglia una scena del crimine nei dintorni di Ciudad Juárez, in Messico, il 22 settembre 2013. (José Luis Gonzalez, Reuters/Contrasto)

In Messico la violenza ha ridotto l’aspettativa di vita degli uomini. In particolare, hanno avuto un forte effetto negativo gli omicidi legati alla droga.

José Manuel Aburto, Hiram Beltrán-Sánchez, Victor Manuel García-Guerrero e Vladimir Canudas-Romo hanno calcolato gli anni vissuti in media dalla popolazione messicana. Per sessant’anni nel paese americano l’aspettativa di vita era cresciuta, ma tra il 2000 e il 2010 è rimasta costante. Tra il 2005 e il 2010 quella maschile è addirittura diminuita, mentre tra il 2000 e il 2010 quella femminile è aumentata di poco. Il primo decennio di questo millennio è stato caratterizzato da due eventi: la riforma Seguro Popular de Salud, che ha esteso a tutta la popolazione la copertura sanitaria, e un aumento degli omicidi dopo il 2005.

La situazione è peggiorata soprattutto negli stati settentrionali, come Chihuahua, Sinaloa e Durango, dove è più intensa la guerra tra i narcos. In questi stati l’aspettativa di vita è diminuita fino a tre anni per gli uomini. È diminuita comunque anche negli stati centrali e meridionali, meno colpiti dalla guerra alla droga, sempre a causa dell’aumento degli omicidi. In questo caso la diminuzione è stata pari a sei mesi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Health Affairs.

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