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La sintassi dei pennuti

Una cincia giapponese a Friedrichshafen, in Germania, il 24 aprile 2015. (Felix Kastle, Afp)

Alcuni uccelli usano degli “elementi di sintassi” nel loro canto.

La cincia giapponese Parus minor usa una decina di suoni per comunicare. I suoni vengono usati da soli o insieme. Per esempio, gli uccelli possono comunicare il messaggio “attenzione ai pericoli” con i suoni a, b e c usati nelle combinazioni ac, bc e abc. Quando il compagno sente questo richiamo, gira la testa a destra e sinistra e controlla se ci sono corvi o altri predatori in vista. Un altro richiamo, il suono d, trasmette il messaggio “vieni qui da me”. L’uccello che lo sente raggiunge il compagno.

I ricercatori Toshitaka Suzuki, David Wheatcroft e Michael Griesser hanno scoperto che l’ordine dei suoni è importante per la trasmissione delle informazioni. Le cince, per esempio, cantano la sequenza di suoni abc-d, che comprende i messaggi “attenzione ai pericoli” e “vieni qui da me”. Il compagno risponde verificando se ci sono predatori in giro e poi volando vicino. Se però si fa sentire agli uccelli un richiamo artificiale composto dalla sequenza d-abc, con il messaggio “vieni qui da me” e poi “attenzione ai pericoli”, si vede che gli uccelli rispondono in misura minore, non si spostano o non controllano se ci sono predatori. La posizione dei suoni sembra quindi fondamentale affinché i suoni abbiano un significato. Nell’ordine sbagliato, infatti, i suoni non trasmettono il messaggio, proprio come avviene nel linguaggio umano caratterizzato dalla sintassi.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

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