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L’Homo floresiensis è più vecchio del previsto

Due bambine davanti all’opera di Damien Hirst intitolata Homo floresiensis, a new and diminutive species of human being has been discovered. (Jean Paul Guilloteau, Réa/Contrasto)

L’Homo floresiensis potrebbe essersi estinto già cinquantamila anni fa, prima di quanto immaginato. L’arrivo dell’Homo sapiens nella regione ne potrebbe aver causato la scomparsa.

I resti del piccolo ominide sono stati trovati nel 2003 nella grotta di Liang Bua, sull’isola indonesiana di Flores. I ricercatori hanno datato i fossili in modo indiretto, dall’esame dei sedimenti in cui erano stati trovati, che contenevano anche ossa di animali e utensili in pietra. Da questa analisi si è dedotto che l’Homo floresiensis, un ominide di statura bassa e cervello piccolo, si sia estinto tra i 95mila e i 12mila anni fa. Poiché l’Homo sapiens ha colonizzato la regione circa 50mila anni fa, secondo questa prima datazione, i due ominidi potrebbero aver convissuto nella regione.

Sarebbe un evento insolito: in Eurasia i neandertaliani, altri ominidi arcaici, sono scomparsi poco dopo l’arrivo dell’Homo sapiens. Il nuovo studio, di Thomas Sutikna e colleghi, potrebbe risolvere l’enigma dell’ominide di Flores. La nuova datazione, anch’essa indiretta, fa ipotizzare che l’Homo floresiensis sia vissuto tra i 100mila e i 60mila anni fa. Gli utensili di pietra potrebbero risalire tra i 190mila e i 50mila anni fa.

Secondo lo studio pubblicato su Nature, la scomparsa dell’Homo floresiensis potrebbe quindi coincidere con l’arrivo delle popolazioni umane. Un’altra ipotesi suggerisce che l’Homo floresiensis possa aver interagito con i denisoviani, altri ominidi arcaici estinti.

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