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Il commercio mondiale minaccia la biodiversità

La pesca di cozze verdi nella baia di Jakarta, in Indonesia, il 20 aprile 2016. (Beawiharta, Reuters/Contrasto)

È stata creata una mappa che collega il commercio globale alla perdita di biodiversità. In questo modo i ricercatori hanno individuato l’origine geografica delle minacce agli hotspot, le aree più ricche di specie viventi.

Daniel Moran e Keiichiro Kanemoto hanno unito i dati sul commercio mondiale delle materie prime a quelli sulla vulnerabilità biologica. Hanno così ottenuto una mappa del pianeta che mostra le minacce alla biodiversità.


Per esempio, i consumi dell’Unione europea minacciano la biodiversità delle aree marine nel Sudest asiatico, a causa della pesca, dell’inquinamento e dell’acquacoltura, oltre ad avere un impatto sull’habitat di Réunion, Mauritius e le Seychelles. I consumi degli Stati Uniti minacciano le specie terrestri nel Sudest asiatico, ma anche nell’Europa meridionale, nel Sahel, lungo le coste meridionali del Messico, in America centrale, in Asia centrale e Canada meridionale. I consumi in Giappone incidono soprattutto sulle aree terrestri e marine del Pacifico. Lo studio, pubblicato su Nature Ecology & Evolution, potrebbe aiutare a ridisegnare le politiche commerciali, in modo che siano più rispettose della natura.

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