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Le notizie di scienza della settimana

Una zanzara Aedes aegypti. (Joao Paulo Burini, Getty Images)
  • È stata modificata la fotosintesi nella pianta di soia per renderla più produttiva. In alcuni casi la resa è aumentata fino a un terzo.
  • Il cratere Nadir tra Guinea Bissau e Guinea, al largo dell’Africa occidentale, ha un’età simile al cratere Chicxulub, creato 66 milioni di anni fa dall’impatto di un asteroide, che si pensa abbia portato alla scomparsa dei dinosauri.
  • La ricostruzione tridimensionale del grande squalo estinto Otodus megalodon fa pensare che l’animale fosse un super predatore.
  • L’Organizzazione mondiale della sanità ha rinominato le varianti del virus del vaiolo delle scimmie. Saranno usate cifre e lettere, invece dell’origine geografica.
  • Uno studio, pubblicato come bozza, ha trovato che la vaccinazione non protegge completamente dal rischio di contrarre la malattia.
  • L’agenzia europea Ema ha cominciato l’esame di un nuovo vaccino contro il covid-19, prodotto da Skycovion. Il vaccino contiene frammenti della proteina virale di superficie.
  • La variante omicron del sars-cov-2 potrebbe avere un rischio neurologico e psichiatrico simile alle varianti precedenti del coronavirus.
  • Un altro studio ha invece trovato che, tra i bambini ricoverati per una forma severa di covid-19, circa un quarto continuava ad avere problemi due mesi dopo il ricovero.
  • Lo Jeholornis era un uccello primitivo, vissuto nell’attuale Cina circa 120 milioni di anni fa. Potrebbe essere stato uno dei primi uccelli a consumare frutti e a disperderne i semi.
  • Il virus della poliomieliteè stato trovato nelle acque di scarico di New York. Si pensa che sia presente in parte della popolazione.
  • Un nuovo procedimento chimico potrebbe facilitare lo smaltimento dei pfas, prodotti chimici che rimangono a lungo nell’ambiente.
  • La zanzara Aedes aegypti ha un sistema sensoriale che le permette di individuare le persone da pungere. Il sistema si basa su più componenti ed è quindi difficile da bloccare.
  • Un modello dell’alterazione climatica che seguirebbe allo scoppio di più bombe atomiche prevede il crollo della produzione agricola mondiale.
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