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Jack White e quel che resta del rock

Jack White.

Jack White, Connected by love
Di morte del rock si parla ciclicamente. Negli ultimi giorni il tema è tornato d’attualità, dopo che il festival Coachella ha annunciato il suo cartellone: i tre headliner sono The Weeknd, Beyoncé e Eminem. I gruppi con le chitarre sono quasi scomparsi, a parte qualche eccezione (The War On Drugs, Fleet Foxes). “Dove sono finite le band?”, hanno scritto diversi siti e giornali, soprattutto negli Stati Uniti.

La questione non è nuova, anche da queste parti è stata già sollevata più volte. Lester Bangs diceva che il rock era morto già negli anni settanta, quindi la crisi delle band con le chitarre non deve stupirci. Certo, la line up del festival californiano non è esaltante. Non perché non ci sono i Rolling Stones o gli Shellac, ma perché gli organizzatori hanno puntato su un altro tipo di usato sicuro (Eminem, dopo un disco come Revival, cos’ha ancora da dire di rilevante? Le Haim sono davvero così brave? Jamiroquai?). E poi nella line up ci sono diversi artisti (Cardi B, i Migos) che magari in Italia non sono famosissimi ma negli Stati Uniti sono delle star.

Noi invece, andando un po’ controcorrente, inauguriamo il 2018 con un pezzo rock (ha ancora senso usare questa etichetta? Ma poi questa canzone è davvero rock? Cos’è il rock?). Questo è il nuovo singolo di Jack White, estratto dall’album Boarding house reach, in arrivo il 23 marzo. Lo stile di White, che ha scritto il disco rintanato in un appartamento usando un registratore a nastro e un semplice mixer, resta sporco e imperfetto, ma gli arrangiamenti sono un po’ più sperimentali ed elettronici rispetto al passato.

La melodia di Connected by love ha qualcosa di David Bowie, ma anche degli U2 di Love is blindness (non a caso già reinterpretata da White per la colonna sonora del film The great Gatsby).


David Byrne, Everybody’s coming to my house
Sono passati 14 anni dall’uscita dell’ultimo disco solista di David Byrne, il fondatore dei Talking Heads. Nel frattempo Byrne non è stato del tutto fermo: ha collaborato con St. Vincent per l’album Love this giant, ha pubblicato l’illuminante libro Come funziona la musica, e non solo.

Adesso il musicista statunitense di origini scozzesi è pronto a pubblicare un nuovo disco: American utopia uscirà il 9 marzo ed è stato registrato insieme a collaboratori prestigiosi come Brian Eno, il musicista sperimentale statunitense Oneohtrix Point Never e il cantante britannico Sampha.

Il singolo Everybody’s coming to my house, che ci ricorda da dove vengono gli Lcd Soundsystem e tante altre band che ascoltiamo oggi, è un saggio di bravura del vecchio David. Non che avesse bisogno di dimostrare qualcosa, ma l’ha fatto lo stesso.


Jay Rock, Kendrick Lamar, Future, James Blake, King’s dead
Il 14 febbraio al cinema uscirà Black Panther, il film dedicato al personaggio dei fumetti della Marvel Pantera Nera, che esordì nel 1966 in un albo dei Fantastici Quattro e fu il primo supereroe nero del fumetto popolare statunitense. Pantera Nera è l’alter ego di T’Challa, sovrano di Wakanda, un paese africano immaginario tecnologicamente avanzato.

Questi film della Marvel hanno sempre dei budget monumentali e niente viene lasciato al caso. Per questo i produttori hanno affidato l’intera colonna sonora del film a Kendrick Lamar, che l’ha curata insieme al discografico Anthony “Top Dawg” Tiffith.

Il terzo brano estratto dal disco è King’s dead, registrato insieme a due rapper: Jay Rock, pronto al ritorno dopo due anni di silenzio, e Future. Nel finale del pezzo spunta anche la voce del britannico James Blake. Siamo lontani dai livelli di eccellenza ai quali ci ha abituato il musicista di Compton, ma il pezzo non è male.


Cosmo, Bentornato
“Vorrei ripensarmi. Vorrei cantare bene al primo colpo. Vorrei scrivere una canzone in un minuto. Fare tutto in un unico concerto”. Cosmotronic, il nuovo disco di Cosmo, è costruito sul dualismo: la prima parte è più pop, la seconda più sperimentale. L’album comincia con un flusso di coscienza, con la voce sussurrata dal musicista di Ivrea che apre la strada alla cassa.

A fare pop elettronico, in questo momento Cosmo è uno dei più bravi in Italia, se non il più bravo. Cosmotronic, che è forse il suo disco più ambizioso, lo conferma. Tra i pezzi migliori ci sono le già note Turbo e Sei la mia città, ma anche l’esotica Ivrea Bangkok. Ma il pezzo d’apertura, per il momento, è quello che mi ha colpito di più, insieme alla spassosa Tristan Zarra. Bentornato, Cosmo.

Sudan Archives, Come meh way
Brittney Denise Parks, in arte Sudan Archives, ha 23 anni e usa tre strumenti: un violino, un looper e la sua voce. Fa un pop elettronico sperimentale e molto percussivo, molto influenzato sia dal folk africano sia dal neosoul di Erykah Badu.

Finora Sudan Archives ha pubblicato solo un ep di cinque pezzi per la storica etichetta di Los Angeles Stones Throw. È un nome da tenere d’occhio per questo 2018. Per chi volesse approfondire, consiglio la sua recente esibizione registrata a Los Angeles dalla radio Nts.


P.S. Quest’anno, per semplificarmi la vita, ho deciso di mettere tutte le canzoni del weekend in un’UNICA playlist, che è questa. Verrà aggiornata ogni settimana, ovviamente.

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