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Un palestinese lancia una molotov durante gli scontri nel posto di blocco di Qalandia, tra Ramallah e Gerusalemme, il 6 ottobre. (Majdi Mohammed, Ap/Ansa)
La polizia israeliana arresta un manifestante a Shuafat, un quartiere palestinese di Gerusalemme, il 5 ottobre. (Ammar Awad, Reuters/Contrasto)
Gli scontri a Shuafat, Gerusalemme, il 5 ottobre. (Ammar Awad, Reuters/Contrasto)
Gli scontri nel posto di blocco di Qalandia, vicino a Ramallah, il 6 ottobre. (Majdi Mohammed, Ap/Ansa)
Soldati israeliani durante gli scontri a Betlemme, in Cisgiordania, il 5 ottobre. (Thomas Coex, Afp)
Un palestinese lancia delle pietre vicino all’insediamento israeliano di Bet El, in Cisgiordania, il 5 ottobre. (Mohamad Torokman, Reuters/Contrasto)
Un veicolo militare israeliano passa vicino a pneumatici incendiati a Nablus, in Cisgiordania, il 6 ottobre. (Majdi Mohammed, Ap/Ansa)
A Betlemme, il 5 ottobre. (Thomas Coex, Afp)
Palestinesi scappano dal lancio di gas lacrimogeni delle forze israeliane a Qalandia, il 6 ottobre. (Abbas Momani, Afp)
Pneumatici in fiamme vicino all’insediamento israeliano di Bet El, vicino a Ramallah, il 5 ottobre. (Mohamad Torokman, Reuters/Contrasto)

Sale la tensione in Cisgiordania

Un giovane palestinese di 18 anni è stato gravemente ferito, questa mattina, da colpi d’arma da fuoco sparati da coloni israeliani a Beit Sahur, in Cisgiordania. È l’ultima vittima delle violenze che nelle ultime settimane hanno avuto luogo a Gerusalemme e in Cisgiordania. Gli scontri sono cominciati dopo che il 9 settembre il ministro della difesa israeliano, Moshe Yaalon, ha vietato l’ingresso alla Spianata delle moschee, nella città vecchia di Gerusalemme, ai componenti del gruppo musulmano Murabitun.

L’aumento delle violenze ha spinto alcuni esperti a parlare del rischio di una terza intifada palestinese.

Le foto sono state scattate il 5 e 6 ottobre 2015.

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