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Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)
Dancing in Emilia, 1978. (Gabriele Basilico, Archivio Gabriele Basilico, Milano)

Sabato sera emiliano

Nel 1978 Gabriele Basilico visita i dancing, le sale da ballo dell’Emilia-Romagna, per realizzare un servizio commissionato dal mensile di architettura e design Modo.

Alla fine degli anni settanta gli italiani sono protagonisti del boom del liscio, trascinato dalla popolarità di Raoul Casadei e in generale da una voglia di ballare esplosa grazie alla disco music e al successo del film La febbre del sabato sera (1977).

Da Parma e Ravenna, il fotografo milanese racconta un fenomeno tutto italiano, di rottura e allo stesso tempo legato alla tradizione. Tra le minigonne, le luci stroboscopiche, gli abiti eleganti e i papillon, Basilico usa il flash per isolare i soggetti, come se fossero gli attori scelti per essere illuminati da un occhio di bue teatrale.

Come scrive la photoeditor e curatrice Giovanna Calvenzi nell’introduzione al libro Dancing in Emilia (Silvana Editoriale, 2013), “Basilico ricerca con i suoi soggetti un rapporto recitato, dove le immagini nascono dalla performance collettiva e dall’interazione fotografo-fotografato” e, aggiunge, “il flash scava nel buio e ferma momenti, gesti, sorrisi, presenze e assenze, è strumento di indagine ma anche e soprattutto segno di riconoscimento, l’avvertimento dell’operazione in corso, un ‘memento’ per chi vuole sfuggirgli e un punto di riferimento per chi, in processione spontanea, vuole essere parte della rappresentazione che il fotografo sta mettendo in scena”.

Il progetto è in mostra dal 23 febbraio al 26 marzo negli spazi di Nonostante Marras, a Milano.

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