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La raccolta del cotone nei pressi di Türkistan, nel Kazakistan meridionale. L’area sarà una tappa importante della nuova via della seta per trasferire le merci dalla Cina verso l’Asia centrale e l’Iran. (Davide Monteleone)
Lanzhou New Area, nella provincia cinese di Gansu, dicembre 2017. Nell’area stanno costruendo grattacieli, un parco acquatico, oltre alle repliche del Partenone e della grande sfinge di Giza. Il treno (nella foto) collegherà la zona in costruzione con la città di Lanzhou e arriverà nella provincia dello Xinjiang. (Davide Monteleone)
Kazachi in fila per accedere alla zona di libero scambio a Khorgos, al confine tra la Cina e il Kazakistan. Qui i kazachi possono entrare senza dover chiedere il visto e comprare prodotti cinesi senza pagare tasse. Circa tremila persone arrivano nella zona ogni giorno dal Kazakistan e quasi diecimila dalla Cina. I visitatori kazachi possono comprare fino a 50 chili di merci al mese non tassate. (Davide Monteleone)
Il mercato di Yiwu, nell’est della Cina. All’interno ci sono più di 75mila piccoli espositori che vendono merci di ogni tipo a prezzi ridotti. Con la nuova via della seta i treni merci viaggeranno da Yiwu a Madrid, Londra, Praga e Teheran. (Davide Monteleone)
Rustem Imambekov a bordo di un treno diretto a Khorgos, in Cina. (Davide Monteleone)
Un treno merci partito dall’interporto di Khorgos, al confine con il Kazakistan, e diretto in Europa. (Davide Monteleone)
Negozi e ristoranti nella zona di libero scambio a Khorgos. L’area è destinata ai commercianti cinesi e della Csi, la Comunità degli stati indipendenti composta da nove ex repubbliche sovietiche, tra cui il Kazakistan. (Davide Monteleone)
Madi Shasekenov e Bolat Kimbaye nei pressi del lago Aral, in Kazakistan. Oggi la popolazione della zona è diminuita a casa del prosciugamenti del lago che un tempo motlot attivo nella pesca commerciale. A partire dagli anni quaranta, l’ex Unione Sovietica deviò i due fiumi principali che lo alimentavano, il Syr Darya e l’Amu Darya, per realizzare un sistema d’irrigazione che aumentasse la produzione di cotone e è oggi quasi del tutto scomparso a causa di una serie di disastri ambientali. (Davide Monteleone)
IL monumento dedicato all’inaugurazione della città di Nurkent, vicino a Khorgos, in Kazakistan. Nurkent sarà costruita entro il 2035. Ora ci vivono 3.500 persone ma il governo kazaco ne vuole impiegare trentamila per lavorare nel Khorgos eastern gate, il centro logistico per la distribuzione dei flussi di merci sulla nuova via della seta. (Davide Monteleone)
La ferrovia ad alta velocità che parte dalla città di Lanzhou, nella provincia del Gansu, a Urumqi, nella provincia dello Xinjiang. (Davide Monteleone)

La nuova via della seta

Nel 2013 il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato la Belt and road initiative, un piano per costruire infrastrutture di trasporto e logistica e far rinascere la via della seta. Avviata nel secondo secolo dC dalla dinastia Han, la via della seta era una rete commerciale creata per collegare l’impero cinese con l’impero romano.

Il nuovo progetto voluto da Xi costerà più di mille miliardi di dollari e coinvolgerà 65 paesi, che custodiscono i tre quarti delle risorse energetiche del pianeta e rappresentano quasi un terzo del prodotto interno lordo globale. I percorsi terrestri collegheranno la Cina con l’Europa e il Medio Oriente, mentre quelli marittimi arriveranno nel sudest asiatico, in Medio Oriente e in Africa.

Nell’autunno del 2017 il fotografo Davide Monteleone ha seguito la rotta dalla Cina al Kazakistan. Ha viaggiato da Yiwu, nella provincia sudorientale di Zhejiang, è passato per Khorgos, al confine tra i due paesi, dove si trova uno dei più grandi interporti del mondo, ed è arrivato ad Aktau, sul mar Caspio.

Monteleone è tra i fotografi ospiti di Ampie vedute, il ciclo di incontri organizzato in collaborazione con Internazionale nell’ambito della Milano PhotoWeek, la manifestazione dedicata alla fotografia che si svolgerà a Milano dal 4 al 10 giugno 2018. L’incontro si può prenotare qui.

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