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Humanoid. (Max Aguilera-Hellweg)
Strange entity. (Christoph Krause e Cyrano Bentlage)
Novogen. (Dániel Szalai)
Qajar. (Shadi Ghadirian)
Balsa de los Sapos. (Peter Lipton)
No touch am. (Osborne Macharia)
The last road of the immortal woman. (David Fathi)
The suicide boom. (Kenji Chiga)
The last reformation. (Joris Deleersnyder)
Concrete doesn’t burn. (Bertrand Cavalier)

Fotografie dal futuro

Da otto anni la cittadina olandese di Breda ospita il festival di fotografia più grande dei Paesi Bassi, pensato per fare un punto sullo stato della produzione contemporanea e per offrire agli autori emergenti un’occasione di presentarsi a livello internazionale.

Al festival BredaPhoto i progetti da esibire sono scelti in base alla loro capacità di affrontare un particolare tema sociale con uno sguardo originale. Con il titolo To infinity and beyond, questa edizione si interroga sulle possibilità offerte dal progresso tecnologico e scientifico, e sull’impatto che potrebbe avere sulle nostre vite. Ad esempio, la presenza di robot con sembianze umane è destinato a diventare un elemento sempre più costante nella nostra quotidianità ma il tentativo da parte degli scienziati di renderli più simili a noi è ciò che li rende respingenti, come ha spiegato lo studioso giapponese Masahiro Mori nel libro Uncanny valley (1970). In Humanoid, il fotografo statunitense Max Aguilera-Hellweg cerca di superare questa repulsione verso i robot ponendo l’attenzione sugli aspetti che li rendono più simili a noi.

L’iraniana Shadi Ghadirian sfida invece gli stereotipi femminili e le politiche conservatrici del suo paese con Qajar, un lavoro nato dopo la scoperta della collezione fotografica privata di Nasser al Din Shah Qajar, lo scià di Persia dal 1831 al 1896. Durante i suoi viaggi in Europa, il sovrano aveva fotografato le mogli senza vestiti o quasi, un atteggiamento piuttosto liberale che colpisce immediatamente la fantasia di Ghadirian. Usando la stessa estetica di queste vecchie foto, coinvolge amiche e parenti e le fa posare con oggetti moderni, come uno stereo, un’aspirapolvere o una lattina di Coca-Cola. In questo modo Ghadirian si interroga sul futuro dell’Iran, bloccato tra modernità e tradizione.

Tra gli altri progetti esposti, anche l’indagine sulla Monsanto di Matthieu Asselin, gli esperimenti con la crionica di Murray Ballard e la realtà alternativa di Sara, Peter & Tobias. Il festival continuerà fino al 21 ottobre, con mostre, workshop, incontri e visite guidate.

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