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Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)
Güle güle. (Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni)

Istanbul, addio

Con Güle güle (addio, in turco), Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni realizzano il terzo capitolo della loro serie sulle città. Dopo Napoli (Forcella, Witty Kiwi books) e Roma (Rhome, Masa Publishing) guardano a oriente con Istanbul. “Siamo interessati a luoghi sull’orlo di un cambiamento, dove i profondi mutamenti politici e sociali creano una molteplicità di microcosmi”, affermano i fotografi.

In Turchia il cambiamento è cominciato con la salita al potere di Recep Tayyip Erdoğan e il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp). Da quel momento il paese è entrato in una nuova fase, affrontando la gentrificazione – che ha accentuato il divario tra ricchi e poveri – e una maggiore presenza della religione nelle istituzioni e nella politica. Il governo di Erdoğan si è distinto anche per la repressione della libertà di stampa e gli attacchi contro la comunità lgbt e contro i curdi.

Caimi e Piccinni hanno lavorato con un approccio istintivo e personale, in modo da lasciarsi travolgere dalle relazioni con i loro soggetti: “Nei momenti più difficili, gli esseri umani sono capaci di esprimere i sentimenti più intensi, contrastanti ed estremi. Noi siamo rimasti profondamente colpiti da tutto questo e abbiamo cercato di replicarlo nelle nostre foto”.

I fotografi stanno raccogliendo fondi per trasformare Güle güle in un libro.

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