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Un’operatrice sanitaria davanti al Madala hostel nella township di Alexandra, Johannesburg, dove è stato allestito un drive in per effettuare test per il covid-19. Aprile 2020. (Michele Spatari)
Una manifestazione per la distribuzione dei beni alimentari nell’insediamento informale di Setswetla, Johannesburg, aprile 2020. (Michele Spatari)
Le strade deserte del quartiere Hillbrow, Johannesburg, durante il lockdown, marzo 2020. (Michele Spatari)
L’esercito pattuglia le strade di Johannesburg durante il lockdown. Marzo 2020. (Michele Spatari)
La fila per la distribuzione del cibo al mercato Kwa Mai Mai di Johannesburg, aprile 2020. (Michele Spatari)
Il magazzino di una ditta di pompe funebri, Johannesburg, luglio 2020. (Michele Spatari)
Johannesburg, marzo 2020. (Michele Spatari)
Johannesburg, marzo 2020. (Michele Spatari)
Hillbrow, Johannesburg, marzo 2020. (Michele Spatari)
Un cimitero nell’area di Soweto, Johannesburg, luglio 2020. (Michele Spatari)

Un paese a dura prova

“Com’era prevedibile, la pandemia ha raggiunto il Sudafrica: la sua comparsa ha offuscato le divisioni razziali ed economiche e ha messo a dura prova le linee di demarcazione, le contraddizioni impresse nella coscienza della popolazione”. Così Marco Longari, capo dell’ufficio fotografico dell’Agence France-Presse (Afp) in Africa scrive nell’introduzione che accompagna il lavoro fotografico di Michele Spatari, in mostra al festival di fotografia internazionale Cortona on the move fino al 27 settembre.

Da marzo, quando è stato imposto il lockdown, Spatari ha documentato il modo in cui il paese sta affrontando l’epidemia: dalle strade deserte alle pattuglie dell’esercito, dal sovraffollamento negli insediamenti informali ai funerali delle vittime.

Con 517mila casi (dati aggiornati al 4 agosto) il Sudafrica è il paese più colpito del continente ed è il quinto nel mondo dopo gli Stati Uniti, il Brasile, la Russia e l’India. I casi registrati raddoppiano ogni due settimane e i reparti di terapia intensiva a Johannesburg e a Città del Capo sono pieni. A giugno il paese aveva cominciato una graduale riapertura, ma nel mese di luglio sono state reintrodotte le restrizioni (incluso il divieto di vendita di alcolici), dopo che i contagi hanno ripreso a salire. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza fino al 15 agosto.

Michele Spatari vive e lavora a Johannesburg, dove collabora con l’Afp. Il suo lavoro No place like hope fa parte del COVID-19 visual project, la piattaforma online nata con l’obiettivo di creare un archivio e una memoria storica collettiva sulla pandemia.

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