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Per la magistratura messicana, l’uccisione dei 43 studenti scomparsi è una certezza

Le dichiarazioni del leader dei sicari del gruppo di narcotrafficanti Guerreros Unidos confermerebbero le confessioni di altri criminali già arrestati

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In Italia i familiari degli studenti scomparsi in Messico

A sette mesi dalla scomparsa di 43 studenti nello stato Guerrero, in Messico, i familiari dei ragazzi sono in viaggio in Europa e in Italia per chiedere l’aiuto e il sostegno della comunità internazionale.

I genitori dei ragazzi, infatti, non credono alla versione ufficiale delle autorità messicane che sostengono che i ragazzi sono stati uccisi da criminali affiliati al gruppo Guerreros Unidos e chiedono alle autorità messicane di assumersi le loro responsabilità. I ragazzi scomparsi erano studenti di una scuola rurale, quella di Ayotzinapa, ed erano andati a Iguala per raccogliere dei fondi in vista di una manifestazione.

Eleucadio Ortega, uno dei genitori delle vittime della strage degli studenti di Ayotzinapa, Omar García, sopravvissuto all’attacco del 26 settembre scorso e portavoce del Comitato studentesco della scuola rurale normale di Ayotzinapa, e Román Hernández, del Centro per i diritti umani della montagna Tlachinollan, sono partiti il 15 aprile da Città del Messico per raggiungere Oslo, prima tappa di un viaggio per denunciare la disfatta dei diritti umani in Messico. Il 28 aprile sono arrivati a Milano e il 29 aprile saranno a Roma.

L’hashtag usato su Twitter dalla carovana è #EuroCaravana43

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