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La proposta dell’Unione europea per un’azione militare in Libia

L’11 maggio l’alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini presenta alle Nazioni Unite la proposta europea di un’azione militare per sequestrare e distruggere le imbarcazioni usate dai trafficanti per trasportare i migranti nel Mediterraneo

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Amnesty denuncia le atrocità subite dai migranti in transito in Libia

Migranti africani in un centro della guardia costiera libica a Tripoli il 13 marzo scorso.

In Libia, paese di transito tra Africa sub-sahariana ed Europa, migranti e profughi subiscono abusi, violenze e torture. A denunciare la situazione sempre più allarmante è un nuovo rapporto di Amnesty international che descrive la sistematica umiliazione, persecuzione religiosa e altri abusi da parte di gruppi armati criminali e dai trafficanti in Libia. Il dossier intitolato “La Libia è piena di atrocità: storie di rapimenti, violenze sessuali e abusi su migranti e profughi” mostra tutto l’orrore e la difficile situazione dei migranti in Libia, molti dei quali sono costretti a rischiare la vita in mare nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa.

“Le condizioni terribili per i migranti, a cui si aggiunge l’illegalità e i conflitti armati che imperversano all’interno del paese, rendono chiaro quanto sia pericolosa la vita in Libia oggi. Senza vie legali per fuggire e mettersi in salvo, sono costretti a mettere la propria vita nelle mani di contrabbandieri che cinicamente estorcono loro il denaro e li costringono ad abusi” ha dichiarato Philip Luther, direttore di Amnesty International Medio Oriente e Nord Africa. “La comunità internazionale si è fermata e ha guardato la Libia sprofondare nel caos da quando la campagna militare della Nato del 2011 si è conclusa, lasciando campo libero a milizie e gruppi armati impazziti. I leader di tutto il mondo hanno una responsabilità e devono essere preparati ad affrontare le conseguenze, che comprendono un maggior numero di profughi e migranti in fuga dal conflitto. Richiedenti asilo e migranti sono tra le persone più vulnerabili e la loro situazione non va ignorata”.

Per anni la Libia è stata sia paese di destinazione sia di transito per i profughi e i migranti in fuga dalla povertà, dalle guerre e dalle persecuzioni in Africa sub-sahariana e in Medio oriente. Molti di loro arrivano il Libia per tentare poi di raggiungere l’Europa. Ma l’aumento dell’illegalità e la minaccia rappresentata dai gruppi armati ha peggiorato la condizione costringendo anche le comunità di migranti che vivono e lavorano in Libia da anni a fuggire in Europa sui barconi. Gli abusi nei centri di detenzione dove migliaia di migranti, compresi i bambini, vengono trattenuti a tempo indeterminato, sono un’altra ragione per cui molti stanno cercando di scappare. Con meno strade percorribili via terra per raggiungere l’Europa, sono tanti anche i rifugiati siriani che arrivano in Libia per tentare traversate pericolose verso le coste europee.

Nel vertice straordinario che si è tenuto a Bruxelles il 23 aprile, il Consiglio europeo ha annunciato l’intenzione di aumentare le risorse per le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. “L’impegno assunto dai leader europei per destinare più risorse per la ricerca e i soccorsi è un passo positivo, ma sempre più persone continueranno ad annegare nel Mediterraneo se non verranno presto messe a disposizione le navi per i soccorsi nelle aree dove c’è più bisogno”, ha spiegato ancora Luther. Il Consiglio europeo ha inoltre annunciato l’intenzione di intensificare gli sforzi per identificare, catturare e distruggere le navi prima che vengano utilizzate dai contrabbandieri. Queste misure verranno presentate oggi dall’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Federica Mogherini al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Amnesty ha già espresso perplessità a riguardo: secondo Luther infatti “l’introduzione di misure per colpire i trafficanti senza però fornire percorsi alternativi sicuri per chi fugge dal conflitto in Libia, non risolverà la situazione dei migranti e dei rifugiati”.

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