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I paesi del sudest asiatico approvano un piano per affrontare le cause della crisi dei migranti

Il piano è stato approvato anche dalla Birmania durante un summit dei paesi della regione a Bangkok. Sarà anche istituita una task force contro i trafficanti di esseri umani

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In fuga dalla Birmania

Il 14 maggio il governo di Kuala Lumpur, in Malesia, ha respinto un’imbarcazione con più di 500 migranti rohingya e bangladesi dopo avergli fornito beni di prima necessità. Il 13 maggio aveva dichiarato che non avrebbe più accettato nuovi arrivi di migranti in cerca di asilo nel paese.

In Birmania i rohingya sono perseguitati. Secondo l’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) non godono dei diritti fondamentali: non hanno cittadinanza, non sono liberi di spostarsi e non hanno accesso a cure e istruzione.

Oltre duemila persone sono arrivate in Indonesia e Malesia tra il 10 e l’11 maggio, soccorse da alcuni pescherecci e dalle autorità locali. La rotta parte dal Bangladesh e dalla Birmania, passa attraverso il golfo del Bengala e prosegue in Thailandia e in Malesia.

Una donna rohingya su un pullman diretto a un rifugio temporaneo a Lhoksukon nella provincia di Aceh, in Indonesia.
Migranti birmani rohingya e bangladesi attendono sui furgoni di partire verso i rifugi temporanei aperti a Lhoksukon, nella provincia indonesiana di Aceh.
Migranti rohingya aspettano di essere identificati all’ufficio immigrazione di Lhoksukon, in Indonesia.
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