×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

La camera approva il disegno di legge anticorruzione

Il provvedimento è passato in via definitiva con con 280 voti a favore, 53 contrari e 11 astenuti

Altri 2 aggiornamenti

Il disegno di legge anticorruzione in dieci punti

La camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge contro la corruzione, dopo l’approvazione del senato del 1 aprile. I voti a favore sono stati 280, i contrari 53 e 11 gli astenuti. Hanno votato contro Movimento 5 stelle e Forza Italia, mentre la Lega nord si è astenuta. Il provvedimento inasprisce le pene per i reati di corruzione, concussione e peculato. Durante l’esame in commissione giustizia al senato sono stati aggiunti tre articoli sul falso in bilancio, che modificano il codice civile prevedendo l’aumento delle pene in caso di società quotate e non. Ecco i dieci punti fondamentali del disegno di legge.

  • Corruzione propria. Salgono a sei e dieci anni di detenzione le pene minima e massima per i pubblici ufficiali che compiono il reato di corruzione propria. Aumentano anche gli anni di carcere, previsti da sei a dieci, per i pubblici ufficiali che omettono o ritardano un atto d’ufficio in cambio di denaro o altro. Aumenta lo sconto di pena, da un minimo di un terzo a un massimo di due terzi, per i collaboratori di giustizia.
  • Corruzione in atti giudiziari. Aumenta di due anni la pena per la corruzione in atti giudiziari che andrà da un minimo di sei a un massimo di dodici anni di reclusione. L’abuso di ufficio sarà punito con la detenzione da uno a cinque anni e la pena massima per il reato di peculato passa da dieci anni a dieci anni e sei mesi.
  • Associazione mafiosa. Le pene potranno arrivare anche a ventisei anni di carcere. Per chi partecipa a un’associazione mafiosa la reclusione va da dieci a quindici anni; per chi la promuove, dirige o organizza da dodici a diciotto anni; se si tratta di associazione mafiosa armata da dodici a venti anni e per i boss da quindici a ventisei anni.
  • Patteggiamento. Chi è accusato di avere commesso il reato di concussione, corruzione per l’esercizio della funzione e in atti giudiziari, induzione indebita e peculato potrà accedere al patteggiamento della pena solamente se restituirà il prezzo del profitto del reato. Lo stesso varrà per la richiesta di sospensione condizonale della pena.
  • Obbligo di informare l’Anac. Il pubblico ministero, quando esercita l’azione penale per i delitti contro la pubblica amministrazione, avrà l’obbligo di informare il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione dando notizia dell’imputazione. All’Anac, inoltre, viene attribuito il potere di vigilanza e controllo sui contratti degli appalti segretati, come norma di prevenzione.
  • Pena per i pubblici ufficiali. La pena massima passa da cinque a sei anni per corruzione per l’esercizio della funzione. Sarà possibile per il giudice autorizzare le intercettazioni del pubblico ufficiale interessato.
  • Appalti pubblici. L’imprenditore che si macchia del reato di corruzione non potrà accedere agli appalti pubblici per cinque anni. Inoltre, se si è condannati a una pena non inferiore a due anni ci sarà l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego con le società della pubblica amministrazione e società partecipate.
  • Prescrizione. Le nuove norme prevedono un aumento della metà dei tempi entro cui la prescrizione agisce sui reati di corruzione.
  • Falso in bilancio per società non quotate. Le false comunicazioni sociali, attualmente sanzionate come contravvenzione, tornano a essere un delitto, punibile con la pena della reclusione, da uno a cinque anni.
  • Falso in bilancio per società quotate. Il reato di falso in bilancio nelle società quotate sarà punito con un minimo di tre e un massimo di otto anni di reclusione. L’aumento della pena renderà possibile l’utilizzo di eventuali intercettazioni, lecite solamente in caso di reati punibili con più di cinque anni di carcere.
pubblicità