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Le borse europee in calo per i timori sulla crisi greca

Le borse europee hanno aperto in calo stamattina. Male soprattutto la borsa di Milano. La Grecia nel frattempo ha dichiarato che, finché sarà in grado di farlo, continuerà a pagare i debiti nei confronti dei creditori internazionali

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Le crisi greca agita le borse europee

Atene, 25 febbraio 2015.

Le borse europee hanno aperto in calo stamattina a causa dei nuovi timori sulla crisi greca, alimentati dalle recenti dichiarazioni del ministro dell’interno greco, Nikos Voutsis. Negativa l’apertura della borsa italiana. L’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,9 per cento a 23.330 punti ed è stato, insieme ad Atene, il peggiore d’Europa. In rialzo lo spread tra buoni del tesoro pluriennali (btp) italiani e bund tedeschi, che ha fatto segnare 124 punti.

Nel fine settimana Nikos Voutsis aveva annunciato che Atene a giugno non sarà in grado di ripagare le quattro rate da 1,6 miliardi di euro del prestito del Fondo monetario internazionale, perché non ha i soldi per farlo.

Le tensioni all’interno di Syriza. Nel frattempo, mentre la Grecia continua a trattare con i suoi creditori per ottenere un nuovo prestito da 7,2 miliardi di euro ed evitare il default, il premier Alexis Tsipras è costretto ad affrontare nuove divisioni interne al suo partito, scrive il New York Times.

Il 24 maggio la Piattaforma di sinistra, una delle componenti più radicali di Syriza, ha presentato un ordine del giorno all’assemblea del partito per chiedere alla Grecia di smettere di pagare i suoi creditori. La mozione della Piattaforma di sinistra, guidata dal ministro dell’energia Panagiotis Lafazanis, è stata respinta dal comitato centrale del partito con 95 voti contrari e 75 favorevoli. Una vittoria per la linea moderata di Alexis Tsipras, in questi mesi costretto spesso a fare compromessi e a tradire alcune promesse fatte in campagna elettorale. Ma anche un segnale del fatto che il premier greco fatica a trovare accordo con i creditori internazionali da presentare al parlamento.

Il comitato centrale del partito ha approvato quindi una proposta più moderata, che prevede la ricerca di “un accordo reciprocamente vantaggioso” con i creditori. Un patto che dovrebbe evitare ulteriori misure di austerità, nuovi tagli alle pensioni e agli stipendi dei dipendenti pubblici e promuovere investimenti per far ripartire l’economia. Panagiotis Lafazanis e la Piattaforma europea hanno confermato la loro opposizione a questa linea, suggerendo che il ritorno alla dracma non sarebbe un dramma. “Chi dice che l’uscita dall’euro sarebbe così catastrofica?”, ha commentato Lafazanis.

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