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Il piano di Tsipras al voto del parlamento di Atene

Alexis Tsipras si siede tra gli applausi al parlamento di Atene, 10 luglio 2015.

Il parlamento greco è riunito per votare il piano inviato ieri sera alla Commissione europea, alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale dal governo di Alexis Tsipras. Quasi certamente la proposta otterrà la maggioranza, perché dopo l’ampia vittoria dei no al referendum di domenica scorsa, Tsipras ha rafforzato la sua posizione anche sul piano interno e i partiti della minoranza gli hanno dato mandato per negoziare con le istituzioni internazionali. Paradossalmente, il primo ministro dovrà faticare di più a convincere il suo stesso partito Syriza ad accettare riforme che una settimana fa erano state giudicate inaccettabili e tacciate di “ricatto”. Comunque, le prime dichiarazioni fanno pensare che Tsipras incasserà l’approvazione del programma di riforme e il pieno mandato per negoziare con le istituzioni internazionali.

Nella tarda serata di ieri, appena un’ora e mezza prima della scadenza, la Grecia ha presentato ai creditori un piano di riforme strutturali che dovrebbero risanare i conti e fare ripartire l’economia del paese in due anni. In questo modo Atene cerca di rendersi credibile agli occhi delle istituzioni – la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale – a cui chiede nuovi aiuti per 50 miliardi.

Le riforme che il premier Alexis Tsipras promette di varare vanno incontro a gran parte delle misure di austerità chieste dai tre creditori internazionali appena prima del referendum. Il pacchetto greco prevede 300 milioni di euro in tagli alle spese per la difesa entro il 2016, un calendario serrato di privatizzazioni che coinvolgerà il porto del Pireo e gli aeroporti regionali, aumenti dell’iva tra cui quella applicata alla ristorazione, che passerà al 23 per cento, un abbattimento degli sgravi fiscali per le attività commerciali nelle isole e una diminuzione progressiva dei sussidi alle pensioni basse entro il 2019. Il paese, entro il 2022, aumenterà anche l’età pensionabile, portandola a 67 anni.

I tagli, in due anni, dovrebbero portare nelle casse dello stato 12 miliardi di euro, contro gli otto previsti nelle proposte precedenti avanzate da Atene. In cambio, la Grecia chiede un piano di aiuti di 53,3 miliardi di euro da ricevere in tre anni, una revisione degli obiettivi di surplus primario e una ristrutturazione del debito.

La proposta è ora al vaglio dei 19 leader dell’eurozona, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale. E soprattutto deve incassare l’approvazione del parlamento greco.

Nel fine settimana la partita torna a giocarsi in campo europeo, con una serie serrata di vertici tecnici e politici. Sabato si riuniscono i ministri delle finanze dell’eurozona. Domenica, alle 16 è fissato l’eurosummit tra i capi di stato e di governo dei 19 paesi dell’eurozona, che alle 18 si allarga anche ai leader degli altri paesi dell’Unione europea.

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