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Non si fermano le violenze a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata

Un manifestante palestinese vicino al posto di blocco vicino a Ramallah, in Cisgiordania. (Mohamad Torokman, Reuters/Contrasto)

Resta alta la tensione tra israeliani e palestinesi a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata. Stamattina un israeliano è stato accoltellato nella città vecchia. Ha riportato delle ferite leggere. Secondo la polizia una donna palestinese l’ha aggredito colpendolo alla schiena. A quel punto l’uomo le ha sparato, ferendola gravemente.

Nelle ore precedenti, un palestinese di 18 anni è stato gravemente ferito da colpi d’arma da fuoco sparati dai coloni israeliani a Beit Sahur, a est di Betlemme.

Sempre stamattina, una donna israeliana è rimasta ferita quando un gruppo di palestinesi ha cominciato a lanciare pietre contro la sua automobile, che viaggiava sulla strada tra gli insediamenti di Tekoa e Har Homa.

Le violenze degli ultimi giorni

Nelle ultime tre settimane a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata ci sono state tensioni e violenze, che hanno portato le autorità israeliane a vietare ai palestinesi l’ingresso nella città vecchia.

Il 5 ottobre due ragazzi palestinesi di 13 e 18 anni sono stati uccisi ucciso dall’esercito israeliano durante alcuni scontri vicino a un campo profughi di Betlemme e nella città di Tulkarem.

Il 2 e 3 ottobre quattro israeliani sono morti in una serie di attacchi compiuti dai palestinesi: il 2 ottobre una coppia di coloni ebrei è stata uccisa dai proiettili sparati contro la loro automobile vicino a Nablus. Il giorno seguente un palestinese ha accoltellato due israeliani nella città vecchia di Gerusalemme e poi è stato ucciso dalla polizia.

L’aumento delle violenze ha spinto alcuni esperti a parlare del rischio di una terza intifada palestinese. I 400mila coloni israeliani che occupano la Cisgiordania dal 1967 hanno una convivenza difficile con i 2,8 milioni di palestinesi che vivono in quei territori.

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